Mutui bancari: attenzione alla modifica unilaterale del contratto

Per i contratti di mutuo, quasi come una sorta di prassi, ci sono ancora in Italia delle banche che, anche se non sempre lo applicano, possono avvalersi del cosiddetto “ius variandi“, ovverosia la proposta di modifica unilaterale del contratto. In pratica la banca al cliente invia una comunicazione scritta relativa alla proposta di modifica che, in caso di un mancato ed esplicito recesso, viene considerata come accolta da parte del cliente che in questo caso è un mutuatario. Questo è quanto, in estrema sintesi, denuncia l’Associazione Codici nel chiedere di conseguenza al Governo non solo di modificare la normativa, spesso soggetta ad interpretazioni penalizzanti per il clienti dei servizi bancari e finanziari, ma anche ad introdurre sanzioni a carico di quelle banche che non rispettano la Legge.

Il tutto nonostante in passato l’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato (Antitrust) abbia sottolineato come lo “ius variandi” applicato su un mutuo rappresenti tutto tranne che una tutela a favore del mutuatario che, nel caso in cui non accettasse le nuove condizioni, e quindi rescindendo il contratto, si ritroverebbe a dover restituire immediatamente l’intero debito residuo, ovverosia in molti casi alcune decine di migliaia di euro.

Secondo quanto dichiarato da Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici, l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) sullo “ius variandi” dovrebbe intervenire con l’obiettivo di fare in modo che ai danni dei consumatori non si verifichino vantaggi solo a favore delle banche. Ne  consegue che tra “ius variandi”, ed ostacoli alla portabilità che in passato sono stati dall’Antitrust non solo rilevati, ma anche sanzionati, la famiglia che stipula un mutuo rischia di trovarsi magari dopo qualche anno con la brutta sorpresa di vedersi modificate le condizioni del mutuo con tutto quel che ne consegue sull’impatto che l’introduzione di clausole penalizzanti può avere sulla capacità di spesa e sul budget familiare.