Mutui: occhio al contratto!

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Incredibile ma vero, può ancora succedere. Vi ricordate la visita del buon Renzo Tramaglino, protagonista dei manzoniani “Promessi Sposi”, all’avvocato battezzato dall’autore con ficcante ironia “Azzeccagarbugli”? Renzo, un uomo semplice, si presentò offrendo in dono alcune galline per il disturbo che pensava avrebbe potuto arrecare; l’avvocato, per tutta risposta, non seppe fare di meglio che offrire il “latinorum” dei suoi consigli, inaccessibili per un ragazzo che si esprimeva come la gente del popolo. Nel personaggio di Azzeccagarbugli è facile rintracciare una critica della burocrazia avanzata da Manzoni, ma – a quanto pare – le cose non sono ancora cambiate in tutti gli anni che sono seguiti alla stesura del capolavoro manzoniano.

La novità, semmai, è rappresentata dalla diffusione capillare degli Azzeccagarbugli moderni. Secondo un’inchiesta pubblicata da Plus, l’inserto del sabato de Il sole 24 ore, non sono poche le banche che approfittano di contratti dalle diciture spesso oscure per applicare costi aggiuntivi ai risparmiatori, nel caso specifico in oggetto ai titolari di un mutuo per l’acquisto di una casa di proprietà. Del resto, il trucco è sempre lo stesso utilizzato dall’avvocato del Manzoni: cominciare a parlare difficile, utilizzare un incomprensibile “latinorum” per poi, al momento più propizio, tirar fuori quelle carte che il malcapitato ha firmato, fidandosi di quanto gli era stato spiegato, e che dimostrano l’esistenza di alcune clausole favorevoli all’istituzione piuttosto che a… l’anello debole.

Ma veniamo alla notizia in se stessa, e cioè alla segnalazione – fatta dal sopracitato “Plus” – di una prassi in uso presso numerosi istituti di credito: c’è infatti la consuetudine di inserire nei contratti una clausola che permette di modificare in maniera unilaterale le condizioni del mutuo. È il cosiddetto “ius variandi”, e qui torniamo al Latinorum (l’equivalente in italiano è “diritto alla revisione” di qualcosa, nel caso specifico un contratto di mutuo), inserito anche solo per modificare le spese accessorie. Contro questa consuetudine è intervenuto lo scorso maggio il presidente dell’antitrust, Antonio Catricalà. Proveremo a seguire gli sviluppi della diatriba.