Mutui, in caso in morosità l’esproprio non è automatico

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Tiene banco la polemica sui finanziamenti per la casa sviluppatasi negli ultimi giorni.  Tutto è nato dalla proposta di decreto legislativo n. 256 con cui il Governo va a recepire la Direttiva Europea 2014/17/UE concernente i contratti del credito.

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A preoccupare è stata in particolare la decisione di rivedere le norme riguardanti il mancato pagamento delle rate del mutuo.

La Direttiva Europea, denominata Mortgage Credit Directive, prevede che le parti di un contratto di credito possano accordarsi perché, in caso di mancato rimborso del prestito, l’estinzione del debito possa avvenire attraverso la restituzione o il trasferimento della proprietà dell’immobile o anche mediante i proventi della vendita del bene.

Nel nostro Paese questo tema è molto sentito, in quanto le esecuzioni immobiliari sono procedure complesse e le inadempienze dei pagatori rappresentano una delle cause delle sofferenze bancarie. La modifica dell’articolo 120-quinquesdecies del Testo Unico Bancario, ispirata alla Direttiva Europea, punta proprio a snellire le procedure di riscatto dei crediti da parte delle banche. Le problematiche emerse hanno evidenziato però la necessità di ulteriori chiarimenti.

Molti hanno temuto che la norma aggirerebbe la tutela dell’articolo 2744 del Codice Civile che sancisce il “divieto del patto commissorio”. Ciò significa che, in caso di inadempienza del creditore, il bene dato in pegno non può passare automaticamente nella disponibilità o proprietà del creditore se non dopo un iter specifico.

Il nuovo testo legislativo, al contrario di quanto da molti denunciato, non implicherebbe in realtà il passaggio automatico di proprietà dell’immobile alla banca, ma solo la possibilità che le parti si accordino per prevedere una via alternativa al procedimento legale di esproprio.

Inoltre nel caso di patto commissorio il debitore non si vedrebbe riconosciuta l’eventuale eccedenza del ricavato della vendita rispetto all’ammontare del debito, cosa che invece è espressamente prevista dalla nuova norma.