Mutui USA: Freddie Mac chiede aiuto alla Fed, servono 6 miliardi

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Mentre in America si dibatte sull’opportunità di giocarsi “il carico” di briscola, quell’asso nella manica che consentirebbe alla Federal Reserve di ridurre le rate dei mutui ipotecari contratti dai risparmiatori a stelle e strisce (un affare da 10mila miliardi di euro) ingrossando i portafogli di ciascuno di essi e rilanciando così i consumi, l’onda lunga della recessione – e prima ancora dell’insolvenza sui mutui a maggior rischio – non sembra aver concluso spettacolarmente sulla spiaggia che attende il suo frangersi il proprio percorso distruttivo. O almeno questo è quanto sembra indicare l’ennesima richiesta d’aiuto lanciata dal gigante dei mutui Usa, Freddie Mac.

Al centro di un sostanzioso e sostanziale ridimensionamento lo scorso anno, necessario per scongiurare il pericolo che – in conseguenza della crisi – si potesse arrivare a portare i libri contabili in tribunale come avvenuto, ad esempio, a Lehmann Brothers, Freddie Mac ha chiesto altri 1,8 mld di dollari di aiuti federali dopo aver riportato un’enorme perdita nel secondo trimestre di questo anno. E dire che finora la compagnia non è rimasta sola con i suoi problemi, anzi ha già ricevuto 60 miliardi di dollari di aiuti da quando, insieme alla consorella Fannie Mae, è stata posta sotto controllo federale nel settembre del 2008, misura necessaria per garantire i mutui di milioni di cittadini statunitensi.

Ciononostante, e comunque ancora in conseguenza della crisi economica innescata dall’esplosione della bolla speculativa, nel secondo trimestre del 2010 Freddie Mac ha sofferto una perdita netta di 6 miliardi di dollari, molto più (circa sette volte tanto) degli 840 milioni di dollari dello stesso periodo dell’anno scorso. E dire che in tutta questa vicenda, in questo nostro post c’è anche un dato che non possiamo non dire incoraggiante: la perdita di “soli” 6 miliardi rappresenta infatti un miglioramento rispetto alla perdita di 8 miliardi del trimestre precedente.