Mutui Subprime USA: vecchi rischi, nuovi controlli

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Mutui Subprime, atto secondo. Con la differenza, non da poco, che se il mercato è tornato a fare quello che sapeva fare benissimo anche prima dell’esplosione della bolla speculativa nel 2007 (e soprattutto con le conseguenze che abbiamo visto a partire dai primi mesi del 2008), chi deve svolgere attività di garanzia e controllo se non altro sa a cosa si può andare incontro se si lascia che la molla della finanza creativa e poco trasparente torni a caricarsi. Negli Stati Uniti, ad esempio, case di investimento e risparmiatori sono tornati sul piede di guerra, ed hanno cominciato a chiedere maxi risarcimenti alle banche che, come ha fatto un colosso del credito quale è Bank of America, stanno tornando a fare profitti mediante la collocazione di prodotti di dubbia qualità, legati a subprime il cui valore si è dissolto.

Ma, come si diceva in precedenza, se la crisi ha lasciato dietro di sé una lezione positiva, questa è che ormai in molti hanno imparato a sentire puzza di bruciato. Ed è per questo che alcune tra le più grandi case al mondo del risparmio gestito, come BlackRock e Pimco, e addirittura la Federal Reserve di New York, hanno avviato azioni legali contro BoA e soci chiedendo il riacquisto, da parte di questi ultimi soggetti, dei bond spazzatura che proprio costoro avevano collocato in precedenza: 700 miliardi di dollari, insomma, per rimettersi nel portafogli qualcosa che si è fatto uscire senza curarsi delle conseguenze che può avere la vendita di prodotti a così elevato rischio di fallimento.

Molto è l’interesse suscitato, anche a livello mediatico, dalla causa portata avanti dall’avvocatessa Kathy Patrick dello studio Gibbs & Bruns, la quale ha accusato Bank of America di aver messo in vendita ben 115 strumenti finanziari “a rischio”. Qualcuno scommette sui tempi lunghissimi delle cause, che anche qualora fossero vinte rischiano di esserlo solo dopo che un secondo tsunami sarà passato. Altri, invece, stanno acquistando i titoli spazzatura scommettendo su un loro apprezzamento che seguirebbe all’eventualità di una sconfitta delle banche sotto inchiesta nelle cause avviate.