Acquistare casa con un land contract

Il problema essenziale per chi va incontro all’acquisto di una casa, e non ha i soldi cash per andarla a comprare, è quello legato a come ottenere un mutuo, soprattutto se si è giovani e senza risparmi messi da parte. Questo problema non c’è solo in Italia, ma dagli USA arriva la soluzione, e riguarda il prestito diretto tra il venditore e l’acquirente. Nello specifico, questa forma di “mutuo” negli USA viene chiamata “land contract”, ma anche “contract for deed”, ed è frutto di un accordo tra il proprietario e l’acquirente. Nel dettaglio, le due parti concordano per i pagamenti con tanto di tasso di interesse applicato. L’acquirente può andare ad abitare da subito, e la casa al termine del pagamento passerà completamente di sua proprietà; il tutto tenendo fuori dal contratto l’intermediazione bancaria, quindi gli istituti di credito.

Mutui USA: FED, 750 miliardi di aiuti per abbassare i tassi

Riflettori puntati, in questo inizio di novembre, sugli Stati Uniti, vero centro motore dell’intero assetto economico e politico mondiale. Non che di solito le cose funzionino diversamente, ma non possiamo tacere che la prima settimana del nuovo mese sia un banco di prova importante per Barack Obama e la sua amministrazione, con il rischio che una sconfitta elettorale possa tramutarsi in una paralisi politica della quale nessuno avrebbe bisogno, in questo momento. Partiamo, comunque, da due dati di fatto ben distinti: il calendario propone infatti le elezioni di mid term, ossia di metà mandato, rispetto alle quali sembra scontato l’esito negativo per il Presidente degli USA; e la riunione della FED, organismo bancario di controllo ed indirizzo dello Stato Federale pronto a lanciare una nuova, l’ennesima, mega-operazione di salvataggio e di sostegno dell’economia.

Mutui USA, Bernanke annuncia “Indagini sui pignoramenti”

Smentendo il vecchio adagio secondo cui se l’economia statunitense ha il raffreddore certamente in Europa si sta preparando un attacco influenzale, la situazione vede l’America in difficoltà molto maggiori rispetto a quelle del Vecchio Continente nel rilancio della domanda (la quale, anzi, deve essere sostenuta “alla vecchia maniera”, ossia svalutando il dollaro così che il prezzo dei prodotti venduti – in dollari, appunto – scenda sui mercati internazionali e li renda più appetibili). Anche se, a guardare i dati macroeconomici, anche negli Stati Uniti sembra essersi da qualche tempo innescata una ripresa trainata dal settore immobiliare. Le vendite di case hanno infatti segnato un balzo del 10% rispetto alle rilevazioni dell’anno precedente.

Mutui USA: chiesti alle banche 50 miliardi $ di rimborso

Lo abbiamo detto più volte ma non abbiamo alcun timore nel ripeterlo qui, ora: la crisi economica mondiale è cominciata con i mutui, dal momento che è proprio da una serie di investimenti su prodotti finanziari legati a mutui a rischio che è esploso il bubbone del collasso e della cattiva finanza (che poi è ricaduto sull’economia reale), e dovrà finire con i mutui, ossia con un piano di salvataggio e di recupero che possa arrestare i problemi del mercato immobiliare e “svuotare” le banche da quell’enorme portafoglio di immobili di cui si sono ritrovate padrone pur nell’impossibilità di ricollocarlo, dal momento che ad oggi sono in pochi a potersi permettere questo genere di investimento.

Mutui USA: Ambac Assurance accusa Bank of America di frode

Il ritardo è colpevole, tanto che già di per sé potrebbe rappresentare quasi una colpa ed indebolire la strategia accusatoria. Resta però il fatto che un’accusa c’è, ed è anche molto pesante: aver venduto prodotti che si sapeva essere di pessima qualità spacciandoli per buoni, che poi è l’accusa più generalizzata da imputare praticamente a tutti gli erogatori di mutui a stelle e strisce. La causa della crisi economica mondiale risiede principalmente qui: si è fatto in modo che qualcuno investisse su prodotti a rischio elevatissimo giocando anche somme ingenti, poi quando la macchina si è inceppata ha cominciato a tossire e la situazione è precipitata nel gorgo di difficoltà che poi tutti conosciamo per averlo ogni giorno dinanzi agli occhi.

Mutui: negli USA prende piede l’underwater

Molti ci hanno marciato, qualcuno (non molti, a dire la verità) la sta pagando cara, tantissimi – ma in questo caso la lente d’ingrandimento si deve spostare dalla visualizzazione dei carnefici a quella delle vittime – ne stanno facendo le spese oggi, e non è detto che non inneschino altri fenomeni poco prevedibili e controllabili (dunque altrettanto poco facilmente rimediabili) in futuro. Cosa sta succedendo negli Stati Uniti ora che la bolla speculativa del mercato immobiliare è esplosa, trascinando il mondo sull’orlo di una crisi dell’economia reale senza precedenti nel Dopoguerra? Succede che molti dei titolari di mutuo per l’acquisto della prima casa si trovano con l’acqua alla gola, e con un mutuo da rimborsare che vale molto più di quanto non sia il valore “residuo” (qui inteso come quello reale corrente) dell’abitazione.

Mutui USA: Richieste in calo, Rifinanziamenti in picchiata

“Quando l’America ha il raffreddore, in Europa è in arrivo l’influenza”. Non è un cattivo auspicio per la – ahinoi – imminente stagione fredda, bensì una frase pronunciata da un economista per spiegare la dipendenza del mercato del Vecchio Continente dagli Stati Uniti, dove le conseguenze di una crisi possono essere devastanti (il raffreddore) anche se probabilmente lo saranno in misura minore rispetto a quanto avvenuto altrove (l’influenza in Europa). Poi, in verità, la storia recente ha dimostrato quanto le cose non stiano proprio così, però non è possibile non annotare che lo stato di salute dell’economia americana è un barometro cui siamo costretti a fare riferimento se vogliamo capire quali potrebbero essere i trend che investiranno anche il nostro sistema, sempre a meno di enormi differenze strutturali…

USA: crescono i volontari “Salva-Mutui”

Gli Stati Uniti, schiacciati dalla crisi e da prospettive di ripresa non certo entusiasmanti, rischiano di non essere più la Patria del “Sogno americano”. Sarà per questo che è stata battezzata “Save the Dream” (Salva il tuo sogno) l’iniziativa itinerante messa in atto dalla NACA per mantenere in vita quello che per milioni di americani è il sogno per eccellenza: l’acquisto di una casa di proprietà. Per comprare casa, in molti casi (bisticcio linguistico voluto), è necessario accendere un mutuo, e lo è stato anche per coloro i quali ora, trovandosi in situazioni di sofferenza, hanno chiesto aiuto a NACA. Che, da par sua, ha una missione ambiziosa in mente: convincere le banche a rivedere al ribasso gli accordi per questo genere di mutui.

Mutui USA: crescono le richieste! Ma il dato è drogato

Droga. A quanto pare (non lo diciamo solo noi: lo affermano gli studi medici, lo conferma chi ne ha fatto uso) altera le prestazioni del fisico, facendoti sentire un leone, anche se quando finisce l’effetto la sensazione è quella di stare peggio di prima, essere più stanchi, depressi, meno lucidi. Tanto che è così che nasce la dipendenza: farne a meno è doloroso, difficile, meglio continuare a servirsene (si pensa). Ma di sostanze stupefacenti non abusano solo i tanto bistrattati giovani dei nostri giorni, o i manager delle principali aziende (o almeno questo è quanto sono in molti ad insinuare); è invece anche l’economia a farvi ricorso, e i risultati si sono visti con la crisi economica esplosa nel 2008 ed ancora ben lontana dal poter essere definita “conclusa”:

Mutui USA, Obama al bivio: Freddie Mac e Fannie Mae da aiutare o privatizzare?

C’è un grosso dubbio che attanaglia il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e la sua amministrazione: aiutare o privatizzare? Perché è su questa dicotomia, ben più che sul rilancio dei colloqui di pace israelo-palestinesi (il classico espediente della politica: spostare l’attenzione da un problema ad un altro sperando che l’opinione pubblica si dimentichi, grazie al successo nella seconda missione, della polvere messa sotto lo zerbino nel primo caso), che si gioca il futuro del leader democratico, mai così debole come negli ultimi mesi sul “fronte interno”. Il sistema americano è molto semplice da interpretare: c’è un partito democratico dall’orientamento più “socialista”, per dirla all’europea, e uno repubblicano più “popolare”, sempre per utilizzare uno schema a noi vicino.

Mutui USA: Freddie Mac chiede aiuto alla Fed, servono 6 miliardi

Mentre in America si dibatte sull’opportunità di giocarsi “il carico” di briscola, quell’asso nella manica che consentirebbe alla Federal Reserve di ridurre le rate dei mutui ipotecari contratti dai risparmiatori a stelle e strisce (un affare da 10mila miliardi di euro) ingrossando i portafogli di ciascuno di essi e rilanciando così i consumi, l’onda lunga della recessione – e prima ancora dell’insolvenza sui mutui a maggior rischio – non sembra aver concluso spettacolarmente sulla spiaggia che attende il suo frangersi il proprio percorso distruttivo. O almeno questo è quanto sembra indicare l’ennesima richiesta d’aiuto lanciata dal gigante dei mutui Usa, Freddie Mac.

Mutui, gli USA hanno la soluzione: rate più basse per tutti

Superata, come ormai tutti sono concordi nell’asserire, la fase più virulenta della crisi economica, resta ora da capire come le nazioni-guida abbiano intenzione di rilanciare, sul tavolo verde di quella scommessa che si chiama ripresa. Come al tavolo del casinò c’è chi sceglie di puntare sul nero, piuttosto che sul rosso, perché “si vince più spesso” (benché resti da definire quanto conti la scaramanzia e quanto il calcolo probabilistico, in un gioco come questo), anche nella grande roulette dell’economia esistono alcune leggi cui la platea dei consumatori ha dimostrato di non saper fuggire. Una di queste recita che “a maggiore disponibilità corrisponde una più alta predisposizione al consumo”, ed è proprio su questo assunto che intende basarsi la Federal Reserve americana per pilotare il rilancio dell’economia a stelle e strisce.

Mutui: Operatori USA schedati, dovranno fornire le Impronte Digitali

Alle volte, guardare Oltreoceano è sconvolgente. Certo, il “problema” risiede nel fatto che quando si guarda lo si fa con gli occhi di chi è abituato ad una mentalità differente, molto differente rispetto a quella che emerge da quel grande meltin’ pot culturale che sono gli Stati Uniti. Certo, in un’Italia che vorrebbe diventare giustizialista ed invece si è rassegnata a farsi scivolare addosso uno scandalo dopo l’altro senza che ormai quasi più nessuno sappia indignarsi, leggere che chi vorrà continuare (o cominciare) a vendere mutui “a stelle e strisce” dovrà sottoporsi ad un procedimento di schedatura che passerà anche attraverso la raccolta delle sue impronte digitali fa davvero specie.