Mutui: Tasso Variabile boom, risparmiatori in pericolo

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Non ci stancheremo mai dal mettervi in guardia, non desisteremo mai dall’intento di provare a farvi riflettere prima di accendere un mutuo. Detto così, ci rendiamo conto, può sapere di “caccia alle streghe”, perciò vogliamo andare subito a correggere il tiro: il mutuo non è il male assoluto, anzi rappresenta un’opportunità eccezionale di comprar casa per tutte quelle persone (singole o famiglie) che ne hanno l’intenzione ma non la possibilità economica completa in un dato momento. Dunque largo ai mutui, senza ombra di dubbio, ma un po’ meno largo alle speculazioni o alla finanza facile di coloro i quali pensano (o si lasciano convincerei questo) che la situazione resterà identica a quella odierna e decidono così che è il caso di contrarre un mutuo a tasso variabile.

Bankitalia dice 80, Mutuionline si ferma a 76,8. Ma è davvero positivo che 4 persone su cinque in Italia oggi contraggano mutui a tasso variabile? Certo, gli interessi sono ai minimi storici e ancor più bassi sono i loro valori “reali”, ossia la vera incidenza su un bilancio familiare (L’Euribor a tre mesi, il tasso di riferimento dei mutui variabili, ad aprile è stato pari in media allo 0,64%; l’Irs a 10 anni, tasso di riferimento per i mutui a tasso fisso, nella prima metà di maggio è stato in media del 3,12%; il totale “composto” di fissi e variabili ad aprile era al minimo storico del 2,56%). Ma c’è una tendenza a contrarre un mutuo “purché sia” che porta i più a scegliere durate importanti: un mutuo su 3 in Italia, nel 2010, ha durata tra i 30 e i 40 anni!

Questo per dire che, a fronte della (buona) notizia di una ripartenza del settore immobiliare, che con tutto il proprio indotto sappiamo muovere capitali così importanti da rappresentare una delle voci più significative per l’economia italiana, c’è anche la (meno buona) notizia rappresentata dalla faciloneria di alcuni nel farsi convincere a scegliere certi tipi di mutui: se la rata oggi manda in crisi un bilancio familiare, ma il problema può essere comunque sostenuto, cosa accadrà qualora dovesse salire, sotto la spinta di una ripresa che in 30 o 40 anni sicuramente ci sarà? E poi: il mutuo con cap, assicurazione che mette un tetto al tasso, costa circa 20 euro in più al mese: siamo sicuri che sia un sacrificio così importante, a fronte della sicurezza di non andare mai in affanno?