Mutui: agli italiani piace il variabile…

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C’è chi ama la sicurezza, le proprie certezze, la tranquillità; c’è chi invece non saprebbe vivere senza l’ebbrezza che gli regala un po’ di avventura. Alla prima parte di cielo rivolgiamo un appello a riconsiderare le proprie convinzioni, dal momento che è l’imprevisto a spingerci – mettendoci alla prova – a ridiscutere le nostre posizioni facendoci, di volta in volta, maturare; ai secondi, invece, chiediamo di valutare l’eventualità di tranquillizzarsi un poco, se non altro perché i rischi del saltare di fiore in fiore devono comunque essere presi in considerazione se non si vuole che nascano situazioni spiacevoli. Cambiare, comunque, resta per il momento un fattore positivo per tutti coloro che hanno un mutuo. Meglio: un mutuo che cambia, di questi tempi, è spesso un’occasione di gioia per chi lo ha contratto.

Merito di un Euribor molto debole, ai minimi storici, che abbatte gli interessi applicati sui finanziamenti di coloro i quali hanno scelto di accendere una soluzione a tasso variabile. La platea dei risparmiatori italiani, meno sprovveduta di quanto si possa pensare, si è accorta di questo trend e di conseguenza si è tuffata sulle soluzioni a tasso variabile, che anche nel primo trimestre del 2010 sono state in assoluto le preferite con una percentuale bulgara di scelta, vicina all’80%. Tasso fisso al palo, dunque, in virtù del fatto che sembra non esserci ragione di pagare interessi molto più alti benché si sappia già sin d’ora quale sarà per sempre l’entità della rata.

Un altro dato molto significativo è rappresentato dalla percentuale di preferenza riservata ai mutui a tasso variabile con cap, una nuova soluzione che prevede la “messa in opera” di un tetto superiore alle percentuali di interessi che la banca potrà andare ad applicare: al momento della sottoscrizione si sceglie un valore (generalmente compreso tra 5 e 6%) che la banca si impegna a non superare, così che qualora l’economia dovesse ripartire e i tassi tornare a correre resterebbe comunque la tranquillità di non sforare più di tanto il proprio budget familiare.