La crisi dell’immobiliare secondo l’Ance

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Se si accendono meno mutui, probabilmente, è anche colpa del rallentamento del mercato immobiliare dove in passato c’è stata molta speculazione ed ora si cerca di porre rimedio calmierando i prezzi, tuttavia ancora poco accessibili alla maggior parte dei mutuatari.  L’Osservatorio del Crif ha già fatto le sue considerazioni sul declino dei mutui, legando la flessione alla poca convenienza della sostituzione e della surroga che, in effetti, non sono più da considerare le migliori soluzioni per risparmiare.

L’Ance parte invece da una valutazione del volume delle compravendite. Nei primi nove mesi del 2012, infatti, c’è stato un tale calo nell’acquisto delle case che il settore edilizio è andato in crisi e sono stati persi molti posti di lavoro.

L’Ance, che è appunto l’Associazione nazionale dei costruttori edili c’informa di 360 mila posti di lavoro persi con prospettive poco incoraggianti anche per il 2013, visto che ci sarà un’ulteriore contrazione degli investimenti in costruzioni, pari al 3,8 per cento.

L’Ance non dà la colpa alla stretta creditizia o ai prezzi delle case, ma circoscrive il malanno alla reintroduzione dell’IMU che scoraggia gli investimenti di coloro che vogliono diventare proprietari di un immobile. I prezzi, calati  molto poco, non contribuiscono all’inversione di tendenza.

Eppure, secondo l’Ance, non c’è pericolo di una bolla immobiliare visto che il fabbisogno di abitazioni è ancora molto elevato.