Mutui: Operatori USA schedati, dovranno fornire le Impronte Digitali

Alle volte, guardare Oltreoceano è sconvolgente. Certo, il “problema” risiede nel fatto che quando si guarda lo si fa con gli occhi di chi è abituato ad una mentalità differente, molto differente rispetto a quella che emerge da quel grande meltin’ pot culturale che sono gli Stati Uniti. Certo, in un’Italia che vorrebbe diventare giustizialista ed invece si è rassegnata a farsi scivolare addosso uno scandalo dopo l’altro senza che ormai quasi più nessuno sappia indignarsi, leggere che chi vorrà continuare (o cominciare) a vendere mutui “a stelle e strisce” dovrà sottoporsi ad un procedimento di schedatura che passerà anche attraverso la raccolta delle sue impronte digitali fa davvero specie.

È questo quanto ha stabilito la Fed, e a quanto pare nessuno si è sognato di contraddire. Del resto, pesa ancora sulla coscienza degli americani la crisi economica scatenata da una bolla speculativa che proprio nei mutui, ed in particolare nei mutui subprime, ha avuto una delle sue più importanti origini e cause scatenanti. Ma leggere una notizia di questo genere in un Paese dove chi parla di raccolta delle impronte digitali per i rom viene tacciato di razzismo e segnalato all’ONU per violazione dei diritti umani… Diciamo che ci fa quantomeno riflettere.

La raccolta di questo “parametro biologico” è solo la più eclatante delle misure di schedatura previste dal nuovo Albo degli operatori, che dovrà nascere entro breve per dare ai risparmiatori la garanzia di affidarsi a personaggi noti, segnalati alle autorità e perciò probabilmente meno propensi di altri alla truffa, dal momento che sarebbe un attimo arrivare al colpevole e metterlo alla sbarra. La rivoluzione, senza i “se” ed i “ma” che contraddistinguono le rivoluzioni che si fanno in Italia, partirà entro brevissimo tempo: il nuovo Albo, infatti, nascerà dal prossimo 1 ottobre, giusto il tempo tecnico per consentire i controlli necessari alle autorità competenti.