Mutui: Rigore e Trasparenza parole d’ordine della Riforma USA

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Quando il saggio indica la Luna per fare in modo che tutti possano vederla, lo stolto guarda il dito. Prendiamo a prestito questo detto cinese, ben consapevoli di averlo lungamente parafrasato, per parlare dello stato dell’informazione in Italia. Scandagliando le notizie più recenti sui principali aggregatori, trovammo un giorno la levata di scudi (che vi riferimmo) contro la riforma del settore dei mutui voluta dal presidente degli USA, Barack Obama: si prendeva spunto dall’obbligo di fornire le proprie impronte digitali imposto a tutti i venditori dei mutui, per cercare di ridicolizzare la portata dell’impegno a stelle e strisce nel contrasto ai “furbetti”, per intenderci gli stessi che da tre anni, dopo aver giocato con i mutui subprime ed aver visto crollare il castello, chiedono l’elemosina allo Stato mentre i risparmiatori pagano le conseguenze della crisi che si è generata.

Eppure è sufficiente conoscere i pochi altri punti che sono trapelati in questi giorni dalle maglie dell’informazione d’Oltreoceano per scoprire che tra le nuove regole approvate dalla Federal Reserve (la banca centrale americana) ci sono pochi, semplici dettati finalizzati a proteggere i consumatori dalle pratiche abusive di banche e broker sui mutui. C’è, ad esempio, una norma che impone la chiara comunicazione dei costi del prestito, incluse le tabelle che illustrano nel dettaglio gli interessi massimi e i pagamenti da effettuare nei primi 5 anni per i mutui a tasso variabile. Inoltre, nelle comunicazioni dovrà essere illustrato lo scenario peggiore che può verificarsi durante la vita del finanziamento, con i tassi massimi applicabili.

Adusbef e Federconsumatori, sempre impegnate in una battaglia per la trasparenza che di tradurrebbe anche in costi inferiori per i risparmiatori, hanno accolto la notizia con commenti molto positivi, non risparmiando frecciate al mercato della finanza italiano: “gli spread troppo elevati e superiori rispetto ai costi negli altri paesi europei, maggiori costi per la portabilità dei mutui, la presenza nei contratti di mutuo a tasso variabile di clausole scandalose di immissione di tassi floor”, chiedono le associazioni, devono finire sotto la lente d’ingrandimento di Bankitalia.