Mutui: normativa Fed, perché non applicarla anche in Italia?

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Quello dei mutui in Italia è un comparto dove c’è bisogno sia di più chiarezza, sia di una maggiore trasparenza. A farlo presente è la Federconsumatori che guarda in particolare con interesse agli Stati Uniti, dove la Federal Reserve, la Banca centrale americana, ha posto in materia di sottoscrizione dei mutui delle condizioni che si spingono nella direzione di una maggiore tutela, trasparenza, correttezza e chiarezza a favore delle famiglie consumatrici. In particolare, con la normativa Fed viene introdotto l’obbligo in sede di preventivo e di stipula di un mutuo di portare all’attenzione del contraente opportune situazioni caratterizzate da “scenari peggiori”, ovverosia per semplificare a casi in cui le rate dovessero iniziare ad aumentare, anche in maniera considerevole, di importo. Inoltre, negli Stati Uniti la Fed spinge anche nella direzione della stipula di mutui che includano l’esatto costo, andando quindi ad inserire tutte le voci riguardanti anche le spese accessorie, e che portino alla comunicazioni dei costi inerenti la rata mensile da pagare, sui mutui a tasso variabile, per un periodo pari a ben cinque anni.

Trattasi di norme che chiaramente permetteranno al sistema bancario e finanziario americano di cambiare registro dopo il collasso dei mutui subprime degli anni scorsi dovuto proprio al fatto che il credito in passato è stato concesso in maniera “allegra” a soggetti il cui importo di mutuo complessivo e le rate mensili nel tempo sarebbero state difficili da sostenere.

Di conseguenza la Federconsumatori caldeggia l’applicazione della normativa Fed anche in Italia visto che nel nostro Paese non sono mancati in questi ultimi anni i casi di ostruzionismo sulla surroga da parte delle banche, ma anche la presenza a carico del mutuatario di clausole vessatorie e comunque di spread applicati troppo alti ed in media superiori a quelli che le banche del Vecchio Continente applicano negli altri Paesi.