Acquisto casa in condominio: in Italia serve normativa alla francese

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Quando le famiglie acquistano una prima casa con un mutuo nella maggioranza dei casi, anche in virtù di cifre elevate, non comprano una villetta, ma un’unità immobiliare in condominio. Ebbene, al riguardo una recente sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione ha riaperto nel nostro Paese la questione riguardante l’attuale normativa in vigore in materia di condominio, visto che nella gestione quotidiana, a seguito del mancato riconoscimento del principio di solidarietà fra condòmini, nascono problemi nel rapporto tra i condomini ed i soggetti terzi che forniscono beni e servizi. A mettere in risalto questa situazione è stato il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, il quale ha inoltre sottolineato come di fronte al problema sopra evidenziato il legislatore continui a non dedicare alcuna attenzione ed anzi pensa a spendere di più continuando a costruire, a consumare territorio e, tra l’altro, anche a togliere spazio ai terreni ad uso agricolo.

Inoltre, il Presidente di Confedilizia fa presente come i Comuni italiani, piuttosto che opporsi a tale situazione, applaudono per via degli incassi legati all’imposta comunale sugli immobili (Ici) ed agli oneri relativi alle costruzioni.

Per il condominio, invece, in Italia andrebbe introdotto con urgenza un modello normativo simile a quello francese in modo tale che abbia capacità giuridica e sia in grado di diventare, rispetto agli stessi condòmini, non solo un soggetto autonomo, ma anche un soggetto di diritto in grado di poter intrattenere rapporti con le terze parti e diventare in tutto e per tutto un centro di imputazione sia di diritti, sia di obblighi. In Francia il condominio è non a caso un soggetto in grado non solo di agire, ma anche di resistere, in caso contro gli stessi condòmini, nel perseguire l’obiettivo di garantire l’amministrazione delle parti comuni e la conservazione dell’immobile. Per adesso, invece, in Italia, tutto tace!