Mutuo casa: la tendenza di breve termine

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In Italia le stipule di mutui a tasso variabile sono in lievissima ascesa, mentre sono stabili quelli con la formula del tasso fisso. A riportarlo è stato il portale di comparazione online Mutui.it citando la consueta rilevazione settimanale sui finanziamenti ipotecari a cura del “Sole 24 Ore“. D’altronde, nonostante la tendenza del costo del denaro sia palesemente ascendente, in Italia il mutuo a tasso variabile continua a costare di meno, in termini di spesa per interessi, rispetto a quello a tasso fisso. Ma chiaramente la famiglia che stipula un mutuo a tasso variabile deve farsi quattro conti e porsi anche la seguente domanda: il reddito e le entrate nel loro complesso sono tali da poter sostenere in futuro un incremento della rata, diciamo, del 30%? Ebbene, se la risposta è affermativa, allora il mutuo a tasso variabile può essere veramente conveniente, mentre per una famiglia che, ad esempio, vive solo di reddito fisso, l’incremento della rata, a fronte della stipula di un mutuo a tasso variabile, potrebbe poi rappresentare in tutto e per tutto un problema.

La questione è di grande attualità visto che proprio ieri, giovedì 7 aprile 2011, la Bce, Banca centrale europea, ha deciso di aumentare i tassi di interesse di riferimento di un quarto di punto. La manovra restrittiva, ampiamente attesa del mercato, porterà di sicuro ad un aumento della rata mensile, nei prossimi mesi, per chi paga un mutuo a tasso variabile.

E se ci sono Associazioni di Consumatori che al riguardo parlano di stangata da caro-mutui, alcune altre, invece, stimano che i rincari sulle rate mensili saranno contenuti e dell’ordine dei dieci euro circa. Certamente, pur tuttavia, se la Banca centrale europea (Bce) da qui a fine anno dovesse nuovamente alzare i tassi, allora l’aumento sulle rate mensili dei mutui sarebbe sia più corposo, sia decisamente più preoccupante.