Mutui a tasso fisso più cari

Spread the love

Da qualche settimana a questa parte l’aumento del costo del denaro sui mercati sta generando non poche preoccupazioni in Italia sui finanziamenti ipotecari, ed in particolare su quelli con la formula del tasso variabile. La recente manovra al rialzo sui tassi della Bce, la Banca centrale europea, dall’1% all’1,25%, ha già fatto diventare più caro il mutuo Bce per la prima casa, sia se questo viene stipulato ex novo, sia se è attualmente in corso di pagamento. Stessa musica anche per i finanziamenti ipotecari indicizzati al tasso euribor visto che sui mercati, già in anticipo tra l’altro, si è adeguato alla politica monetaria restrittiva della Banca centrale europea dopo che per mesi e mesi il costo del denaro era stato mantenuto sul valore dell’1% coincidente con il minimo storico dalla nascita della moneta unica.

Eppure, con il tasso Eurirs che è salito a livello del 4%, anche la stipula di un nuovo mutuo a tasso fisso comporta a carico del mutuatario una maggiore spesa per interessi. A metterlo in risalto sono congiuntamente l’Agenzia HelpConsumatori ed il portale di comparazione online Supermoney.eu. Nel dettaglio, basti pensare che nell’agosto del 2010 l’Eurirs a 20 ed a 25 anni stazionava attorno al 2,70%, mentre nello scorso mese di marzo era al 3,8%.

Ma ora il tasso con cui si legano in Italia i mutui fissi ha superato la soglia del 4%, ragion per cui un finanziamento ipotecario con la rata e la durata fissa, con stipula ex novo, presenta un tasso complessivo, comprendendo anche lo spread, di sicuro sopra il livello del 5%. Quindi, le rate mensili da pagare sui finanziamenti ipotecari, a conti fatti, si appesantiscono un po’ su tutta la linea con tutto quel che ne consegue sia per la sostenibilità dei bilanci delle famiglie, sia sul settore immobiliare italiano nel suo complesso che ancora risente dell’onda lunga della bolla dei mutui subprime scoppiata nel 2007 negli Stati Uniti.