Mutui tasso fisso o variabile, il dilemma

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La decisione della Banca centrale europea di rivedere al rialzo il costo del denaro, dall’1% all’1,25%, ha fatto ufficialmente scattare l’allarme sul caro-mutui, ed in particolare sui finanziamenti ipotecari a tasso variabile che, come noto, sono indicizzati proprio in ragione delle variazioni dei tassi sul mercato. Ma in ogni caso, numeri alla mano, il mutuo a tasso variabile rimane ancora palesemente “vincente” rispetto al tasso fisso. Ma quali ripercussioni avranno gli aumenti dei tassi sui prezzi degli immobili? Ebbene, in accordo con quanto dichiarato da Alessandro Ghisolfi, responsabile dell’Ufficio Studi Ubh, intervistato dal portale di annunci immobiliari online Idealista.it, gli effetti non si faranno sentire in quanto la tendenza delle quotazioni immobiliari nel nostro Paese rimane discendente nel complesso a fronte di segnali di stagnazione solo per immobili di pregio e quelli generalmente situati presso le zone più appetibili delle grandi città.

Alessandro Ghisolfi, tra l’altro, riporta Idealista.it, ha fatto presente come l’euribor dall’1% circa abbia raggiunto, con la scadenza a tre mesi, il livello dell’1,26% da quando la Bce ha preannunciato l’aumento del costo del denaro. Questo per dire e per far capire che già il mercato s’è adeguato al ritocco e, quindi, anche il rincaro delle rate mensili sui mutui variabili è, se cosi possiamo dire, già consolidato.

Il responsabile dell’Ufficio Studi Ubh, quindi, pone l’accento sul fatto che da un lato con la situazione attuale c’è chi cercherà come sempre di creare ansia tra le famiglie quando storicamente è noto come nel lungo periodo la formula ipotecaria del mutuo a tasso variabile risulti essere vincente sul tasso fisso. Il tutto fermo restando che è sbagliato stipulare un mutuo variabile con un importo iniziale della rata che è già prossimo al proprio tetto massimo di spesa. In tal caso è meglio aumentare la durata o scegliere un mutuo di importo inferiore.