Mutuo euribor: il tasso variabile tira il fiato

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Che ne sarà in Italia dei mutui a tasso variabile? L’euribor crescerà al punto da innescare aumenti sostanziosi delle rate mensili da pagare, oppure si possono a conti fatti dormire sonni tranquilli ancora per qualche anno? Ebbene, negli ultimi mesi l’euribor, il tasso interbancario con cui in Italia si “agganciano” i finanziamenti a tasso variabile, ha fatto registrare una lenta quanto persistente ascesa intervallata da delle pause. Negli ultimi giorni, nonostante i rumors, le indiscrezioni e le pressioni sugli spread dei titoli pubblici di Irlanda, Spagna e Portogallo, l’euribor è tornato a far registrare, non senza sorprese, una nuova fase di stasi. E solo una nuova quiete prima di una fase rialzista più incisiva, oppure gli effetti positivi sulle rate dei mutui a tasso variabile dureranno rispetto ai mutui a tasso fisso ancora per qualche anno?

Ebbene, in accordo con quanto riporta il Portale di annunci immobiliari online Idealista.it, riprendendo un articolo pubblicato sul Quotidiano “Il Sole 24 Ore“, ci si sta accorgendo del fatto che l’euribor sui livelli attuali, attorno all’1,05% sulla scadenza a tre mesi, “rischia” di rimanere relativamente basso ancora per altri tre, forse quattro anni se lo andiamo a confrontare con il livello del 5% circa che il tasso interbancario andò a sfiorare nel 2008.

A conti fatti, quindi, nonostante i mutui a tasso fisso, anche per effetto del calo dell’Irs, abbiano guadagnato appetibilità e grado di interesse, la debole ripresa economica in Eurolandia potrebbe giocare ancora a favore, per un tempo relativamente lungo, di chi sta pagando sulla casa un mutuo euribor. D’altronde gli esperti non escludono che per tornare in Europa ad una crescita dei livelli precrisi ci vogliano ancora almeno 2-3 anni, ragion per cui in tale contesto appare per il momento difficile pensare ad una irresistibile impennata del tasso euribor a tre mesi sui mercati.