Mutui USA: Richieste in calo, Rifinanziamenti in picchiata

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“Quando l’America ha il raffreddore, in Europa è in arrivo l’influenza”. Non è un cattivo auspicio per la – ahinoi – imminente stagione fredda, bensì una frase pronunciata da un economista per spiegare la dipendenza del mercato del Vecchio Continente dagli Stati Uniti, dove le conseguenze di una crisi possono essere devastanti (il raffreddore) anche se probabilmente lo saranno in misura minore rispetto a quanto avvenuto altrove (l’influenza in Europa). Poi, in verità, la storia recente ha dimostrato quanto le cose non stiano proprio così, però non è possibile non annotare che lo stato di salute dell’economia americana è un barometro cui siamo costretti a fare riferimento se vogliamo capire quali potrebbero essere i trend che investiranno anche il nostro sistema, sempre a meno di enormi differenze strutturali…

Partiamo da un dato, non certo molto rassicurante ma – a onor del vero – prevedibile nella routine delle cose: nella settimana conclusasi il 10 settembre 2010, le domande di mutuo da parte dei consumatori statunitensi hanno evidenziato un andamento negativo rispetto alla rilevazione precedente. L’indice delle richieste di mutui ipotecari è sceso, infatti, dell’ 8,9% rispetto alla scorsa settimana, come ha reso noto la Mortgage Bankers Associations (MBA), organismo di controllo che governa il settore Oltreoceano. Non certo una buona nuova, vedere che tra gli americani il ritorno della fiducia è ancora così scostante e imprevedibile…

A onor del vero, però la Mortgage Bankers Associations ha prodotto anche un altro dato, forse ancora più significativo e che induce a ben sperare: è quello riguardante l’indice relativo alle domande di rifinanziamento, scivolato del 10,8% rispetto alla scorsa settimana. Cosa ci sarà di entusiasmante, chiederete voi? C’è il fatto che il dato comincia a sgonfiarsi dalla componente delle rinegoziazioni, quindi sta per tornare – lentamente e con tutte le difficoltà del caso – un valore significativo unicamente dei mutui per l’acquisto, e non anche (e in misura prevalente) dei prestiti rinegoziati per far fronte alle difficoltà economiche. L’altra nuova che potrebbe indurre il mercato a ripartire è che i tassi sui mutui trentennali sono scesi al 4,47% dal precedente 4,50%.