Mutui, ISVAP vs. ABI: polizze nel mirino

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La guerra continua, e se nel cuore dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana, quell’organismo che raccoglie tra le proprie fila tutti gli istituti di credito “tradizionali” con base nel nostro Paese) vi è l’entusiasmo che si diffonde quando si capisce di averla spuntata imponendosi in una singola battaglia, nell’animo dell’ISVAP (organismo di controllo delle assicurazioni, a qualunque ramo esse appartengano) c’è invece la convinzione che il conflitto sarà lungo e infine vittorioso, perché le armi a disposizione dei contendenti sono decisamente mal proporzionate (a tutto svantaggio della concorrenza) al punto che il successo dell’ABI al TAR del Lazio può sembrare quasi una sorta di eroica resistenza alle Termopili che però prelude ad un rovescio devastante.

Nella presunzione di essere dalla parte della ragione in una contesa, quella relativa alle assicurazioni stipulate sui mutui ipotecari, che vale ben 2 miliardi di euro (all’anno), l’Isvap ha posto in pubblica consultazione sul proprio sito internet lo schema di norma regolamentare per disciplinare il conflitto di interessi degli intermediari assicurativi nell’offerta di polizze di cui siano anche beneficiari. In soldoni, il problema che è emerso rispetto alle banche è quello per cui gli istituti di credito hanno adottato la prassi, invisa all’ISVAP, secondo la quale all’atto della stipula di un mutuo è quasi obbligatorio che il mutuatario accenda anche un contratto di assicurazione in caso morte o invalidità, contratto che però –e qui sta il nodo del contendere- ha come beneficiario lo stesso erogatore del servizio, ossia la banca.

“La decisione -si legge in una nota- segue le sentenze con cui lo scorso ottobre il Tar del Lazio ha accolto, per mero vizio procedimentale, i ricorsi presentati da Abi, Assofin, Assilea ed alcune banche per l’annullamento delle norme che vietavano agli intermediari di assumere contemporaneamente la qualifica di beneficiari delle polizze offerte, in particolare quelle legati ai mutui”. ISVAP, insomma, non intende recedere dall’intento di intervenire per disciplinare il fenomeno del conflitto di interessi. Alla prossima puntata…