Mutui e Polizze: ISVAP vieta alle banche di essere beneficiarie e intermediarie

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Si cambia! Un appello di questo genere può essere accolto – generalmente – in due modi diversi: con entusiasmo, specialmente in quelle situazioni in cui la condizione esistente non è ottimale e dunque il cambiamento può rivelarsi una soluzione inevitabile; con sofferenza, come in tutti quei casi in cui si è faticosamente trovato un equilibrio che poi qualcuno ha deciso, non si sa per quali ragioni, di spazzare via. Ci pare, comunque, che a conti fatti il caso in cui rientra la notizia che stiamo per darvi sia il primo, con buona soddisfazione di tutte quelle associazioni dei consumatori che, appurato il cattivo funzionamento di alcune misure, ora non possono che esultare per la loro revisione.

Stop, dunque, alle superprovvigioni per le polizze legate a mutui e finanziamenti bancari. È questo quanto dovrebbe accadere dal prossimo mese di dicembre, data a partire dalla quale le banche non potranno più essere contemporaneamente beneficiarie e intermediarie delle polizze che vendono a garanzia – reciproca – delle soluzioni per il grande finanziamento (case di proprietà o investimenti per le aziende). È questo il punto cardine della nuova disciplina varata in questi ultimi giorni dall’Isvap e illustrata dal presidente dell’Istituto, Giancarlo Giannini, nel corso della presentazione della relazione annuale.

“Si tratta di misure – ha spiegato Giannini – a tutela dei consumatori, che riguardano un mercato stimato in circa 2 miliardi annui e caratterizzato da provvigioni abnormi estremamente penalizzanti per centinaia di migliaia di cittadini”. La misura dovrebbe avere come conseguenza il fatto che saranno semplificate le restituzioni di quote dei premi e delle provvigioni non godute in caso di trasferimento del mutuo da banca a banca, imponendo così la trasparenza delle provvigioni percepite dall’intermediario. Basti pensare che, secondo un calcolo degli uffici studi, queste provvigioni hanno oggi un costo pari in media al 50% del premio, con punte anche superiori all’80%. Essendo fallita la strada dell’autoregolamentazione, l’Isvap ha deciso di intervenire alla radice: sarà la soluzione migliore per questo problema?

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