Polizze sui Mutui, è scontro Isvap-Abi

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La lotta tra le banche e i gruppi assicurativi, esplosa negli ultimi anni con l’apertura agli istituti di credito del mercato previdenziale, registra una nuova puntata. Del resto, i due generi lavorano in un campo che è reciprocamente border-line: non è infrequente registrare invasioni di campo e conseguenti richiami alle competenze più specifiche di questo o quel comparto. In questo caso particolare che andiamo a raccontare, le banche reclamano di essere vittime di un trattamento scorretto perché discriminatorio da parte dell’Isvap, l’ente di controllo e vigilanza del settore assicurativo, in merito al settore dei mutui e dei prestiti al consumo.

La crisi economica mondiale ha reso evidente un fatto: oltre ad una tutela preventiva, che si traduce in controllo dell’effettiva possibilità di rimborso da parte del cliente, le banche devono anche usare una cautela “in corso d’opera”, onde evitare di rimanere invischiate nelle difficoltà economiche di un risparmiatore che non fosse più in grado di far fronte al debito contratto. Da qui l’esigenza di un’assicurazione, a tutela dell’una e dell’altra parte, e da qui il monito Isvap a che le banche non rimangano, come sono ora, e proponente e beneficiario di polizze collegate ai mutui.

La partita è aperta, anche perché nessuno dei contendenti vuole rinunciare ad una torta che vale, secondo le ultime stime, almeno due miliardi di euro all’anno. L’Isvap ha imposto alle banche il divieto di collocare polizze di cui sono anche beneficiarie, mentre l’Abi ha fatto ricorso in appello e si attende una pronuncia del Tar, in calendario per la prossima metà di ottobre. Le assicurazioni lamentano che i clienti siano tenuti a pagare commissioni che arrivano all’80% dei premi; Abi, da parte sua, risponde che le banche hanno bisogno di cautelarsi, che con queste polizze anche il risparmiatore si mette al riparo da imprevisti e che con queste polizze si riduce il costo dei finanziamenti. Chi la spunterà?

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