Mutui, 5% famiglie italiane non in regola? Le verità nascoste…

Un dato del 2007 per fare notizia oggi. Si può, a patto che lo scalpore sia –per così dire- “ben indirizzato” e contestualizzato. Altrimenti si genera solo del facile allarmismo, un po’ come quello che abbiamo visto spandere con cura da parte di molte testate nazionali, anche tra le più importanti e attente alla sostanza dei contenuti, su questo argomento. Titolone: “Mutui, famiglie italiane in crisi con il rimborso delle rate, sono il 5%”. La spiegazione, come sempre, la si può trovare leggendo il resto dell’articolo. Dove si scopre che il dato, come abbiamo rivelato in apertura, è riferito ad una rilevazione del 2007. Una famiglia su 20 in Italia, insomma, 3 anni or sono non è stata puntuale con il pagamento delle rate previste dal piano di ammortamento del finanziamento richiesto per agevolare l’acquisto di un’abitazione di proprietà.

Quello italiano è “il valore più alto, insieme a quello della Spagna, tra i sette Paesi europei analizzati”. Ossia, per amore di precisione e completezza delle informazioni, Gran Bretagna, Francia, Finlandia, Olanda e Irlanda. Peccato che nessuno si sia ricordato di annotare alcune piccole precisazioni. Come ad esempio il fatto che le famiglie italiane con mutuo sono il 13% del totale (anzi, tante erano nel 2007). Quante sono state invece le famiglie che hanno contratto lo stesso tipo di debito altrove in Europa? Lo si tace sapientemente…

Il 5% di questo 13 di cui poco sopra rappresenta lo 0,65% di tutte le famiglie italiane; una quota che sarebbe sempre bene tenere vicina allo “zero”, ma certo non un valore così preoccupante quanto quello rilanciato all’inizio. Si tace anche, sempre sapientemente (anzi: con una consapevolezza che “puzza” di malafede), di dire che i mutui nel frattempo sono divenuti meno onerosi grazie al calo dell’Euribor, mai così in basso negli ultimi anni, e si finge anche di non sapere che in Italia sono state lanciate misure di sostegno per le famiglie in difficoltà come il Piano Famiglia ABI e il Fondo di Solidarietà, le cui adesioni –ad oggi- sono decisamente sotto le aspettative. Quando si abusa della buonafede…