Mutui: richieste a 36 anni, l’ammortamento finisce in pensione (e viceversa…)

Spread the love

Un dato e un’analisi: gli italiani richiedono il mutuo per l’acquisto dell’abitazione di proprietà, questo almeno secondo quanto affermano gli ultimi dati, a 36 anni! Lo studio non è stato così difficile da effettuare: mutui.it, portale di confronto tra le proposte che agevola il risparmiatore nella ricerca della soluzione di finanziamento per lui migliore, richiede – e “salva” nel suo database – l’età del potenziale mutuatario per calcolarne i parametri di rimborso del finanziamento. Mediamente, secondo i dati in possesso di mutui.it si richiede un finanziamento di 160mila euro che rappresenta il 75% del valore dell’immobile e si è disposti ad un impegno lungo 25 anni, preferibilmente a tasso fisso (soluzione scelta dal 47% del campione, mentre il tasso variabile è al 31%, a rata costante 12%, misto 9%)

Se provassimo a dettagliare le preferenze su scala regionale, scopriremmo che al Nord si preferisce una durata media di mutuo superiore anche di 10 anni (con soluzioni di finanziamento che possono arrivare a 35 anni) rispetto al resto d’Italia, e – sempre al Nord – c’è anche una predilezione per i rapporti a tasso variabile che riscrive le gerarchie enunciate sopra con un bel 36%. Prudenza nel Mezzogiorno, dove il 54% dei richiedenti sceglie il tasso fisso e soluzioni mediamente meno durevoli. Per una volta, la verità è stata riassunta con efficacia nei titoli delle principali testate giornalistiche nazionali: “Mutuo a 36 anni, il finanziamento si esaurisce alle soglie della pensione”.

Un dato che deve preoccupare, e far pensare a politiche che proiettino i giovani nel mondo del lavoro sempre prima e sempre meglio, ossia con un bagaglio di esperienze che li prepari alla professione (e, per contro, con leggi che non consentano ai datori di far diventare la collaborazione una sequela interminabile di contratti a progetto) in modo da concedergli poi di abbandonare il nido familiare al più presto: pagare un mutuo fino alla pensione, specialmente ora che il sistema pensionistico non può permettersi di offrire granché, significa mettere vaste fasce di popolazione a rischio insolvenza.