Tassi variabili, come funzionerà il passaggio ai tassi fissi nel 2023

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Come si poteva facilmente intuire, nella nuova manovra finanziaria il Governo Meloni ha ripristinato una vecchia norma che risale al 2012, quindi a dieci anni fa, che offre la possibilità di passare dal tasso variabile a quello fisso, senza rimetterci nemmeno un centesimo. Proviamo a dare uno sguardo alle situazioni in cui tale passaggio effettivamente conviene di più.

La scelta della Banca Centrale Europea di avviare un altro aumento dei tassi di interesse per cercare di tenere a freno l’inflazione comporta una serie di effetti collaterali decisamente gravi. Ad esempio, tutti coloro che hanno già provveduto all’acquisto di una nuova abitazione con un mutuo a tasso variabile potrebbero risentirne e non poco.

Fortunatamente, in confronto allo scenario che si è palesato una decina di anni fa, ecco che la platea ha subito una netta sforbiciata, dal momento che i tassi di interesse che sono stati definiti dalla Bce, per diverso tempo, sono stati molto vicini allo zero o, in qualche caso, pure negativi.

Adesso la tendenza è cambiata del tutto ed è chiaro che i pericoli sono dietro l’angolo. Proviamo a prendere in considerazione una somma media, che si aggira tra 125 e 150 mila euro per un mutuo di una durata pari a 30 anni. Ebbene, le rate mensili cresceranno nel corso del prossimo anno tra i 120 e 150 euro al mese. Si tratta di un rincaro che, considerato e spalmato su tutto l’anno, arriva a superare i 1800 euro. Tra l’altro, visto che dalla Banca Centrale Europea sono stati annunciati nuovi aumenti in relazione ai tassi di interesse, ecco che la stangata potrebbe assumere contorni ancora più pesanti.

Con la nuova manovra di Bilancio, a partire dal primo gennaio in avanti, ecco che le istituzioni bancarie dovranno per forza di cose dire di sé alla richiesta di passare da un tasso variabile a un tasso fisso. Il problema è che ci saranno tre condizioni ben specifiche per poter accettare un simile passaggio. Ovvero, il mutuo non deve essere di importo maggiore rispetto a 200 mila euro, l’Isee di chi effettua la richiesta non deve andare oltre i 35 mila euro e non si devono avere delle rate da pagare arretrate.

Questa nuova decisione degli istituti bancari dovrà sottostare a un meccanismo non proprio semplice, visto che il nuovo tasso verrà stabilito tra il minore IRS a 10 anni e il tasso attivabile per il tempo che manca al termine del mutuo contratto.