Come difendersi dall’aumento dei tassi nel 2023

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Come abbiamo visto in più di un’occasione, la politica di aumento dei tassi di interesse stabilita dalla BCE non sembra volersi arrestare. Anzi, continua sempre di più e, di conseguenza, va detto che bisogna capire come potersi proteggere per cercare di limitare il più possibile l’inflazione, che è sempre più galoppante e che sta avendo degli effetti ben diretti non solamente sui mutui, ma anche sui prestiti.

Se la scelta della BCE da una parte ha l’effetto di limitare l’incremento dell’inflazione, d’altro canto va detto che ha delle conseguenze ben precise non solamente sui prestiti, ma anche sui mutui, sia in riferimento alle imprese che alle famiglie.

L’ultimo aumento che è stato stabilito da parte della Bce il 2 febbraio di quest’anno rappresenta il quinto dal mese di luglio dello scorso anno, ha avuto l’effetto di incrementare i tassi di interesse in riferimento a tutte quelle attività di finanziamento più importanti, ma anche in riferimento alle varie operazioni di finanziamento marginale. L’incremento è stato rispettivamente del 3 e del 3.25%.

Da mettere in evidenza come, nel corso del prossimo mese di marzo, la Bce ha già pianificato un ulteriore aumento e c’è da scommetterci, anche in base alle parole dei vertici della Bce, non sarà di sicuro l’ultimo. Tutto questo si verifica dopo diverso tempo, anni e anni, in cui i tassi avevano mantenuto una soglia di stabilità, sfiorando quasi un dato negativo.

Ebbene, tutti questi incrementi hanno avuto modo di incidere anche su tanti altri tassi di interesse, che sono diventati dei punti di riferimento anche per quanto riguarda l’accesso ai mutui. Come ad esempio nel caso dell’IRS, il valore a cui prestare attenzione per quanto concerne i mutui fissi, che ha toccato dei valori ben tre volte maggiori in confronto ai primi mesi del 2022. A essere condizionati negativamente ancora di più da questi nuovi incrementi che sono stati decisi da parte della Bce, troviamo senza ombra di dubbio tutte quelle persone che hanno sottoscritto un contratto di mutuo con i tassi variabili, spesso indicizzati all’Euribor, ovvero il tasso interbancario che viene preso come punto di riferimento in ambito europeo.

È abbastanza facile intuire come le conseguenze potrebbero essere diverse in relazione a ogni persona che ha sottoscritto un contratto di mutuo del genere, in relazione in modo particolare a due aspetti ben precisi. Ovvero, si tratta dell’importo rimanente del finanziamento, ma anche del quantitativo di rate che rimane ancora da ottemperare.