Mutuo prima casa: rate alte e tasse a sorpresa

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Per chi nel corrente mese di luglio del 2011 si appresta a stipulare un mutuo per la prima casa, magari dopo averci pensato per mesi e mesi, sicuramente pensa a quella che è un’occasione perduta. Questo perché nei mesi scorsi i tassi erano più bassi, ragion per cui si pagavano per i mutui fissi rate più basse a parità di importo richiesto, e lo stesso dicasi anche per i mutui variabili, ovverosia quelli indicizzati al tasso euribor oppure a quello della Banca centra europea. Ma ora sulla prima casa aleggia anche lo spettro del ritorno delle tasse dopo che negli anni scorsi l‘ICI, l’imposta comunale sugli immobili, è stata abolita proprio sulle case dove gli italiani ci vivono con la sola eccezione di quelle di lusso.

Il ritorno dell’Irpef sulla prima casa, infatti, viene letteralmente battuto dalle agenzie di stampa in virtù del fatto che con la manovra economica di correzione dei conti pubblici, valida per tre anni, verranno tagliate le agevolazioni fiscali, dalle deduzioni alle detrazioni. A meno che non scatti, proprio come definita nella manovra, la cosiddetta clausola di salvaguardia, gli italiani di conseguenza dovranno prepararsi ben presto in sede di dichiarazione dei redditi a tornare a pagare le tasse sulla prima casa ad uso residenziale.

Insomma, oltre alle tasse previste per Legge per l’acquisto con un mutuo della prima casa ad uso residenziale, la pretesa tributaria dell’Erario, proprio con la manovra triennale di correzione dei conti pubblici, rischia di allargarsi a causa della necessità di tenere i conti pubblici in ordine. La speranza, per sfuggire alla tassa sulla prima casa, è quella per cui lo Stato riesca, ai fini della validità della clausola di salvaguardia, a riordinare il sistema del Welfare in modo tale da non aver bisogno di un’imposta che, stando alle stime, andrebbero a pagare ben 24 milioni di italiani proprietari di case.