Mutuo euribor: meglio non abbassare la guardia

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Dopo il rialzo di un quarto di punto, nello scorso mese di aprile, nei giorni scorsi la Bce, Banca centrale europea, ha deciso dopo la riunione del proprio consiglio direttivo di lasciare invariato il costo del denaro nell’Area Euro all’1,25%. Trattasi di una buona notizia per chi in questo momento sta pagando un mutuo indicizzato al tasso Bce o all’euribor, ma in ogni caso è bene non abbassare la guardia visto che una possibile nuova revisione al rialzo dei tassi di interesse, da parte della Banca centrale europea, per le prossime settimane, potrebbe solo essere rimandata. Tutto dipenderà dai prossimi dati ufficiali sull’andamento del carovita in Eurolandia; se la dinamica dei prezzi dovesse essere quella vista negli ultimi mesi, improntata al rialzo, allora un nuovo rialzo del costo del denaro potrebbe essere inevitabile.

Cosa succederà allora al tasso “chiave” con cui vengono di norma agganciati in Italia i mutui a tasso variabile, ovverosia l’euribor con scadenza a tre mesi? Ebbene, nelle prossime settimane in presenza di una dinamica dei prezzi orientata ancora al rialzo è lecito attendersi nuovi rialzi del tasso euribor, su tutte le scadenze, non solo quella a tre mesi, altrimenti potrebbe esserci una fase di stabilità o di ribasso.

Quest’ultima ipotesi sembra essere la meno probabile in questo momento anche perché ci troviamo ancora nel vortice delle tensioni sui debiti sovrani con i rendimenti dei titoli di Stato dei Paesi periferici dell’Eurozona che mantengono una tendenza rialzista. Di conseguenza, per chi nelle prossime settimane si appresterà a stipulare un mutuo per la prima o la seconda casa, è bene fare attenzione sulla scelta del tasso ponderando i vantaggi e gli svantaggi nello stipulare un mutuo fisso o un mutuo variabile anche in ragione delle proprie capacità di spesa e di risparmio nel medio e nel lungo termine.