Rata del mutuo: americani sempre in difficoltà

Per tante famiglie in Italia e non solo il pagamento della rata del mutuo è spesso un problema. Lo è in quanto spesso rispetto al passato il reddito familiare si è ridotto a causa della crisi, e conseguentemente togliendo i soldi per pagare la rata del finanziamento ipotecario, e le spese obbligate, capita di non poter arrivare a fine mese. D’altronde sono parecchie decine di migliaia le famiglie che in Italia si sono avvalse della moratoria sui mutui prima casa, potendo così non pagare le rate almeno per un periodo pari a dodici mesi consecutivi. La situazione da questo punto di vista è ancora difficile, il che non a caso ha indotto di recente l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, d’intesa con tredici Associazioni di Consumatori, a varare la seconda proroga, di altri sei mesi, sulla moratoria dei mutui prima casa ad uso residenziale.

Acquistare casa con un land contract

Il problema essenziale per chi va incontro all’acquisto di una casa, e non ha i soldi cash per andarla a comprare, è quello legato a come ottenere un mutuo, soprattutto se si è giovani e senza risparmi messi da parte. Questo problema non c’è solo in Italia, ma dagli USA arriva la soluzione, e riguarda il prestito diretto tra il venditore e l’acquirente. Nello specifico, questa forma di “mutuo” negli USA viene chiamata “land contract”, ma anche “contract for deed”, ed è frutto di un accordo tra il proprietario e l’acquirente. Nel dettaglio, le due parti concordano per i pagamenti con tanto di tasso di interesse applicato. L’acquirente può andare ad abitare da subito, e la casa al termine del pagamento passerà completamente di sua proprietà; il tutto tenendo fuori dal contratto l’intermediazione bancaria, quindi gli istituti di credito.

Mutui casa: banche Usa pensano al bonus pignoramenti

Lo scoppio della crisi dei mutui subprime in America ha generato una vera e propria devastazione sul mercato immobiliare, al punto che, oramai a quasi quattro anni dalla deflagrazione, ancora se ne sentono gli effetti. Nei periodi più bui della crisi finanziaria ed economica molti mutui, non assistiti da garanzie reali, e spesso sottoscritti in maniera “allegra”, hanno portato a pignoramenti ed a situazioni di insolvenza diffusa tra le famiglie americane. Ma a distanza di tempo ci sono ancora tantissimi immobili che negli Stati Uniti, dopo lo scoppio della bolla, hanno un valore di mercato crollato al punto tale che il prezzo per acquistarli è inferiore al debito residuo di mutuo che ancora la famiglia deve pagare.

Mutui subprime: i danni sono ancora molto profondi

Qual è, a distanza di quasi quattro anni, l’entità dei danni provocati, negli Stati Uniti, dallo scoppio della bolla dei cosiddetti mutui subprime? Ebbene, questi danni sono ancora molto profondi e ci vorranno alcuni anni ancora prima che la situazione possa tornare alla normalità. Questo è quanto, in sintesi, dinanzi alla Commissione finanziaria della Camera statunitense, ha dichiarato  Timothy Geithner, il segretario al Tesoro americano, sottolineando altresì come sia necessario nel Paese a stelle e strisce pigiare sull’acceleratore per quel che riguarda proprio la riforma del mercato dei mutui. I mutui subprime, lo ricordiamo, sono quelli che in passato, con fin troppa generosità, in America sono stati concessi a mutuatari e famiglie di appartenenza che non avevano un reddito adeguato per poter poi “sostenere” nel tempo il pagamento delle rate.

Mutui casa: situazione paradossale negli Usa

Negli ultimi tre anni in Italia la crisi finanziaria ed economica ha lasciato il segno anche sul settore immobiliare con una contrazione generalizzata dei prezzi e con una dilatazione palese dei tempi medi di compravendita. Ma nel mondo ci sono Paesi che se la sono passata e se la passano tuttora peggio di noi; è il caso degli Stati Uniti, il Paese dal quale la crisi è partita a seguito dello scoppio, nel 2007, della bolla sui cosiddetti mutui subprime, ovverosia quei finanziamenti ipotecari stipulati senza garanzie reali e comunque a fronte spesso di firme dinanzi ad agenti immobiliari senza scrupoli che hanno permesso anche di erogare credito a famiglie con disponibilità finanziarie ben al di sotto dei livelli dichiarati. Qual è allora la situazione attuale negli Stati Uniti a quasi quattro anni di distanza dello scoppio della bolla?

Mutui USA: il 2010 si chiude con un calo, ma…

Non se la passa bene il mercato immobiliare statunitense, costretto ancora una volta a segnalare una brusca frenata alla voce compravendite. Del resto, la crisi dell’economia mondiale (nata come crisi finanziaria e trasferitasi alla svelta sull’economia reale, che ancora ne sta pagando le conseguenze) è esplosa proprio sulla scia delle difficoltà dei mutuatari americani nell’onorare le rate del mutuo da essi stessi acceso quando sembrava che il sistema funzionasse alla grande, anzi fosse al massimo delle proprie possibilità (la famosa vicenda dei “Mutui Subprime”, accesi anche se non si era nelle condizioni di poterli onorare); la storia di questi ultimi due anni ci insegna che non è stato proprio così, ma indipendentemente da questo vogliamo dire che è preventivabile una maggiore difficoltà a carico di quell’economia, e stiamo parlando dell’economia americana, che tutto ha generato e dove tutto deve tornare al proprio posto anche prima rispetto a quanto avviene altrove.

Mutui, Crisi finita se Nouriel Roubini compra casa?

Era nata, lo abbiamo detto a più riprese, come una crisi finanziaria: i principali operatori del settore si erano infatti alacremente adoperati nell’allestire soluzioni di investimento contenenti alcuni elementi a rischio molto elevato, crollati i quali è venuto giù tutto il castello; era stupendo, perché molto alto e curato, però si trattava pur sempre di un castello di carte, terribilmente fragile. La costruzione che ha fatto “tirare” l’economia per diversi anni ha avuto tra i propri mattoni anche i “mutui subprime”, ovvero soluzioni di finanziamento per l’acquisto dell’abitazione di proprietà destinate a titolari che ad un’analisi preliminare sarebbero risultati essere molto a rischio insolvibilità, tanto da escluderli quasi dall’accesso al credito.

Mutui: Rigore e Trasparenza parole d’ordine della Riforma USA

Quando il saggio indica la Luna per fare in modo che tutti possano vederla, lo stolto guarda il dito. Prendiamo a prestito questo detto cinese, ben consapevoli di averlo lungamente parafrasato, per parlare dello stato dell’informazione in Italia. Scandagliando le notizie più recenti sui principali aggregatori, trovammo un giorno la levata di scudi (che vi riferimmo) contro la riforma del settore dei mutui voluta dal presidente degli USA, Barack Obama: si prendeva spunto dall’obbligo di fornire le proprie impronte digitali imposto a tutti i venditori dei mutui, per cercare di ridicolizzare la portata dell’impegno a stelle e strisce nel contrasto ai “furbetti”, per intenderci gli stessi che da tre anni, dopo aver giocato con i mutui subprime ed aver visto crollare il castello, chiedono l’elemosina allo Stato mentre i risparmiatori pagano le conseguenze della crisi che si è generata.

Mutui Subprime, la truffa di Goldman Sachs: Senato USA vs. Manager

Sarà un fuoco di fila ad accogliere l’amministratore delegato di Goldman Sachs nella sua audizione in programma martedì al Senato USA, che lo ha convocato dopo le accuse di frode avanzate dalla SEC relativamente al caso dei mutui subprime che si suppone fossero al centro di una colossale truffa (tra i fattori scatenanti della crisi economica mondiale, a quanto pare). Contro Lloyd Blankfein i senatori hanno in mano alcune e-mail in cui il banchiere ed altri top manager si complimentavano per i guadagni messi a segno scommettendo al ribasso sui mutui subprime, quelli ad alto rischio d’insolvenza che la banca impacchettava e rivendeva a clienti ignari (è questo il principale capo d’imputazione).

Mutui Subprime: dopo Goldman Sachs, la Sec indaga su Deutsche Bank, Ubs e Merrill Lynch

Dopo la bolla del mercato immobiliare, la bolla di sapone. Potrebbe infatti già essersi sgonfiato il “caso” Goldman Sachs, un’intricata vicenda fatta di inside trading, malafede, mutui subprime e strumenti finanziari tossici. Questo, almeno, è quanto ha indicato la Borsa di New York, la quale ha stranamente tenuto botta lunedì dopo aver chiuso in calo la settimana precedente – proprio sull’onda della notizia di un’indagine avviata dalla Sec, la Consob americana, nei confronti di Goldman Sachs – sull’onda di alcune performance positive e soprattutto della convinzione che la vicenda giudiziaria della Goldman Sachs sia destinata ad afflosciarsi, anche a dispetto della discesa in campo di Barack Obama.

Mutui Subprime ad alto rischio: Goldman Sachs sul banco degli imputati per la crisi economica

Caccia al colpevole. Non importa se, superata – chi più chi meno – la crisi economica la situazione non sia ancora delle più rosee e stabili: chi ha sbagliato deve pagare. Una logica, quella applicata dagli statunitensi, che non ci sembra fare alcuna grinza: anni su anni – 150, per la precisione – a Bernie Madoff per aver messo a soqquadro l’intero sistema finanziario mondiale con le sue ricette “creative”; accuse circostanziate, provate benché tardive, a Goldman Sachs, il criminale individuato dalla Securities and Exchange Commission di una truffa colossale basata sui mutui subprime a partire dall’aprile del 2007. Goldman è il primo colosso finanziario a cui la Sec – l’agenzia federale che vigila sui mercati negli Stati Uniti – abbia addebitato responsabilità penali o civili legate ai mutui che hanno scatenato la crisi.