Mutui ricostruzione L’Aquila: Chiodi e ABI specificano i contorni della moratoria

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Non tutto è dovuto, ed è bene che questa considerazione non sia mai data per scontata. Partiamo ricordando un articolo, apparso nell’aprile 2009 sul sito del Corriere – a pochi giorni di distanza dal terremoto che ha sconvolto il volto dell’Abruzzo e de L’Aquila in particolare – e rimosso in meno di 24 ore, con una rapidità quantomeno sospetta agli abituali frequentatori di questa pagina (che sanno bene come sia spesso possibile trovarvi le notizie delle ultime 48 ore): vi si sosteneva che uno dei problemi che gravano sul bilancio dello Stato sono le calamità naturali. In Italia non esiste infatti l’obbligo di assicurare la casa, ma questo comporta che sia la collettività a pagare la ricostruzione ogniqualvolta di verifica una catastrofe. Articolo rimosso, evidentemente, per non urtare la sensibilità di nessuno.

Questo assunto ci è tornato in mente oggi che Comitato esecutivo dell’Abi e Gianni Chiodi (commissario per la Ricostruzione) hanno tenuto a precisare come le azioni messe in atto nei giorni scorsi dalle banche relativamente all’estensione della moratoria sui mutui fossero necessarie, pena l’asfissia di un territorio che è stato prima duramente colpito e che ora non ha le possibilità per riprendersi da solo se non potendo fare affidamento su un aiuto esterno. Le misure previste nel “Piano famiglia” e nell’ “Avviso comune”, sottoscritti tra Abi e ministero dell’Economia, non erano – sostengono ABI e Chiodi – di per sé sufficienti a far scattare i benefici relativamente alle popolazioni colpite dal terremoto.

Questo perché “Piano famiglia” e “Avviso comune” non accolgono nella platea dei beneficiari chi ha già usufruito di agevolazioni statali o di meccanismi di sospensione privati o pubblici. Altro che atto dovuto, dunque, o peggio ancora inutile doppione: se il sistema bancario non avesse varato le misure, gli aquilani non avrebbero potuto usufruire della moratoria sul rimborso dei mutui lanciata su scala nazionale. Un po’ lo stesso discorso può valere per le aziende del cosiddetto “cratere”, dato che l’accordo Commissario-ABI amplia la platea dei beneficiari rispetto a quanto previsto dall’Avviso comune includendo anche le grandi aziende localizzate nei comuni colpiti dal sisma.