Mutui PMI, corsa alla sospensione

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Ci hanno provato, ma a quanto pare non ci sono riusciti. Una questione che certo non può lasciarci indifferenti, dal momento che le Piccole e Medie Imprese (PMI) rappresentano il principale tessuto produttivo del Paese, quindi è su di esse che si gioca il nostro futuro economico nazionale. Ci hanno provato, dicevamo, a fare da sole: hanno provato a rimborsare con regolarità i finanziamenti accesi (generalmente mutui, perché per quanto piccole queste realtà hanno bisogno di investimenti rilevanti per poter continuare a sopravvivere e – perché no – rilanciare le proprie ambizioni), ma a quanto pare non ci sono riuscite o non ci stanno riuscendo, o comunque non se la sentono di provare ad andare avanti ancora per non mettere in pericolo l’equilibrio raggiunto.

Sicché si sono precipitate a richiedere la sospensione dei mutui, un “Avviso” che è stato sottoscritto nei mesi scorsi dal Ministro dell’economia e delle finanze, dall’Associazione Bancaria Italiana e dai rappresentanti delle imprese di tutti i settori economici. Le domande di sospensione pervenute al 28 febbraio 2010 sono infatti state circa 153 mila, con una crescita del 13% rispetto al mese precedente. Sono stati fondamentalmente due i fattori acceleranti: la data ultima per presentare la domanda di sospensione è fissata al prossimo 30 giugno, ma l’avvicinarsi di questa scadenza ha portato molti a fare i conti per cercare di capire se fosse ancora possibile fare da sé o si rendesse necessario un aiuto.

Secondariamente, anche se possiamo considerare affine questa motivazione, l’Avviso è operativo da diversi mesi, e il timore che i fondi possano finire o comunque la portata del provvedimento essere ridimensionata per tutti coloro i quali arriveranno tardi è assolutamente fondato. Tenendo conto dei tempi di istruttoria (circa 30 giorni), sono già state accolte fino a febbraio quasi 114 mila domande per circa 9 miliardi di euro di mutui e leasing sospesi.

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