Mutui e Crisi: i fondi pubblici di sostegno alle famiglie

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Mutui e crisi: il binomio ritorna. Non per tutti, infatti, la fase più virulenta della recessione è alle spalle: se le banche sono tornate a fare affari e il sistema produttivo può sembrare in ripresa, è vero anche che ci sono ancora risparmiatori costretti a fare i conti con salari contratti quando non addirittura scomparsi, o ridimensionati dalla cassa integrazione. Cerchiamo allora di aiutare costoro, se non altro a scoprire quali potrebbero essere gli aiuti stanziati a livello nazionale cui è possibile chiedere di fare ricorso.

Se cominciamo l’analisi dal versante dei fondi pubblici, non possiamo negare che esiste uno stanziamento ed ha la portata di 20 milioni di euro: non sono tantissimi soldi, dunque è bene che chi ne ha necessità si attivi per ottenere di essere aggregato alla moratoria statale. Essa consiste nella sospensione integrale delle rate per una durata massima di 18 mesi. Attenzione: abbiamo parlato di “sospensione” non a caso, perché il concetto è molto diverso da quello di “cancellazione” (nel primo caso, le pagherete in coda al piano di rimborso; nel secondo, non le avreste dovute pagare più perché se le sarebbe accollate qualcun altro). Se al momento della sospensione rimangono ancora 8 anni di rate, scaduti i 18 mesi di cui sopra si riprenderà a pagare secondo il piano di ammortamento originario.

Vediamo di sintetizzare quali siano i requisiti che deve avere un titolare di mutuo intenzionato a richiederne la sospensione:
* Mutuo fino a 250mila euro stipulato da almeno un anno per l’acquisto dell’abitazione principale.
* Reddito ISEE non superiore a 30mila euro/anno.
* Perdita del posto di lavoro e disoccupazione per almeno 3 mesi (dunque i cassintegrati ne sono esclusi).
* Perdita, per decesso o invalidità permanente, di uno dei componenti il nucleo familiare a patto che portasse almeno il 30% del reddito disponibile.
* Spese, documentabili, di almeno 5mila euro all’anno per ristrutturazione dell’immobile o assistenza sanitaria.
* Aumento della rata mensile di un mutuo a tasso variabile nella misura del 20%.