Mutui: gli americani ne vogliono sempre meno…

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Le risposte alla crisi economica mondiale non possono che essere differenti quantomeno da Paese a Paese, se non altro perché ciascuno di questi si è presentato ai blocchi di partenza di questa poco gradita “discesa libera” in condizioni differenti: c’era un’Islanda, ad esempio, che basava la propria economia sull’indebitamento, ed è ruzzolata rovinosamente alla prima curva; c’era una Grecia in situazione di forte squilibrio, ma per sua fortuna i compagni l’hanno vista in difficoltà e si sono convinti ad aiutarla a tenere l’equilibrio; c’era una Gran Bretagna troppo avvezza a vivere oltre le proprie possibilità, magari “maneggiando” sulla propria moneta, salvo scoprire che non si può fare e dover rivedere le proprie convinzioni, a cominciare dai prezzi…

C’era un Italia, la stessa Italia che molti ancora si ostinano a denigrare, fatta di piccole formichine operose e risparmiatrici che – è inutile negarlo – ha retto meglio di altri la crisi, perché pur con le chiusure in serie delle aziende e il ricorso alla cassa integrazione è riuscita a fare in modo che le banche non avessero bisogno di piani di salvataggio ed ha comunque continuato la propria corsa, forse meno rapida di quelle altrui ma sicuramente più redditizia e sicura. La grande favorita ai blocchi era sicuramente la rappresentativa degli Stati Uniti: economia trainante, un faro a livello mondiale, gli USA si sono scoperti giganti dai piedi d’argilla, e ancora oggi sembrano non essere del tutto riemersi dalla marea torbida e avvolgente della crisi.

Lo dimostra il fatto che si riducono ancora le domande di mutuo da parte dei consumatori statunitensi nella settimana al 9 aprile 2010. L’indice delle richieste di mutui ipotecari è sceso, infatti, del 9,6% rispetto alla settimana precedente. Lo rende noto la Mortgage Bankers Associations (MBA). L’indice relativo alle domande di rifinanziamento, invece, è sceso del 9% rispetto alla scorsa settimana. I tassi sui mutui trentennali, invece, scendono al 5,17% dal precedente 5,31%.