Mutui ipotecari: domanda in calo

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A settembre 2010 la domanda dei mutui ipotecari da parte delle famiglie italiane continua a essere inferiore rispetto allo stesso mese del 2009, si tratta di una dominuzione del 4%. Complessivamente, dall’inizio dell’anno il totale delle richieste di mutui si è ridotto del 3% rispetto all’analogo periodo del 2009 (primi 9 mesi). Il risultato arriva da EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi ad oltre 75 milioni di posizioni creditizie. Innanzitutto occorre ricordare che chiedere un mutuo e ottenerlo non é propriamente semplice, occorrono opportune garanzie reddituali e ovviamente l’ipoteca sulla casa, la banca in questo modo si assicura la possibilità, che nel caso in cui il mutuo non venga rimborsato (per un qualsiasi motivo), il diritto di espropiare il bene (la casa in questione) dato in garanzia con la sottoscrizione del mutuo.

Dopo la crisi dei mutui subrime che ha sconvolto anche l’economia italiana, sono rimaste pochissime le banche che offrono mutui ipotecari che si spingono oltre l’80% del valore dell’immobile, quindi anche qui potremmo trovare la ragione di tale diminuzione. La domanda complessiva dei primi nove mesi del 2010, pur segnando un decremento di 3 punti percentuali rispetto al pari periodo del 2009, risulta comunque un dato stabile rispetto allo stesso periodo del 2008 e del 2007, segnando rispettivamente un +1% e -1%.

Forte la richiesta di mutui con durata tra i 20 e i 25 anni, classe che nei primi 9 mesi del 2010 rappresenta quasi il 20% della domanda complessiva, ma è ancora la classe di durata compresa tra i 25 e i 30 anni ad essere quella maggiormente richiesta dalle famiglie italiane, perchè seppur pagando più interessi, permette di ridurre le rate “spalmando” la restituzione del prestito in più anni. Relativamente alla distribuzione delle richieste di mutuo casa in funzione dell’importo, invece, continua la crescita della quota di domanda nelle fasce più elevate (ovvero le richieste per mutui oltre i 150.000 euro).