Fondo di Solidarietà: e lo spread?

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Nel Fondo di Solidarietà che grazie all’intervento del Governo, specificamente nella persona del ministro dell’economia Giulio Tremonti, sta per partire (il prossimo 15 novembre) alleviando la sofferenza economica di alcune migliaia di bilanci familiari messi a dura prova dalla crisi, persistono alcune piccole zone d’ombra che ancora non è dato a sapere come si intenda dirimere, a tutto vantaggio delle banche e – verosimilmente – a scapito dei soliti noti, ossia della platea dei consumatori e dei risparmiatori che intendessero fare richiesta di adesione al provvedimento.

Se da un lato l’aspetto che differenzia il Piano Famiglie messo in campo dall’ABI lo scorso febbraio dal Fondo di Solidarietà in via di applicazione è sicuramente rappresentato dal fatto che la prima misura posticipa il pagamento delle rate mentre la seconda lo delega a qualcuno (il Fondo, appunto) che ci penserà per voi, dall’altro resta da capire quale sarà il trattamento riservato allo spread, ossia a quella percentuale di carico che la banca applica mensilmente al vostro mutuo così da “tirar fuori” le proprie spese di gestione, magari un’assicurazione collegata per i rischi cui soggiace un mutuo e la quota di doveroso guadagno. Il Fondo, infatti, rimborsa alle banche esclusivamente la quota corrispondente al parametro di riferimento – l’Euribor per i prodotti a tasso variabile, l’Irs per i fissi – e non quella relativa allo spread.

La circolare ABI contenente le istruzioni per l’operatività del fondo recita: “la banca potrà addebitare al mutuatario la quota interessi maturata nel periodo di sospensione corrispondente alla differenza tra quanto di competenza della banca, stabilito contrattualmente, e quanto effettivamente rimborsato dal Fondo”; detto in parole povere, lo spread è l’unica parte che resta al mutuatario “sospeso” da pagare. Federica Rossi Gasparrini, la madre ideologica del Fondo, assicura che si tratterà di un costo limitato, circa 40/50 euro al mese. Ma se così non dovesse essere, dal momento che sappiamo bene come le banche italiane abbiano costruito parte della propria fortuna anche sulla base di diciture oscure, “vigileremo con le associazioni dei consumatori e interverremo per evitare che l’aggravio sia eccessivo”.