Fondo di Solidarietà: le Associazioni di Consumatori chiedono più coraggio

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Bene, ma non benissimo. Del resto, è il gioco delle parti: guai se qualche volta un’associazione dei consumatori arrivasse a dire che tutto va bene così com’è (al massimo, potrebbe farlo se vi aggiungesse un “sono state accolte tutte le nostre richieste” a chiosa) così come sarebbe un bel guaio se la controparte concedesse sempre il massimo, tutto quanto le è stato chiesto. Inutile scandalizzarsi, succede anche tra figlio e genitore… resta comunque il fatto che il Fondo di Solidarietà sui mutui, al termine di un iter durato quasi tre anni, sembra pronto per vedere la luce, e regalare la stessa luce a qualche famiglia in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo a causa delle conseguenze della crisi economica.

Resta il fatto, anche, che le Associazioni dei Consumatori non si sono ancora rassegnate al non avere tutto quello che hanno chiesto di poter ottenere. Facciamo nomi e cognomi, altrimenti può risultare antipatico: in una nota congiunta, Cittadinanzattiva, Adiconsum ed Adoc plaudono all’approvazione ed alla predisposizione del Fondo di solidarietà, ma hanno chiesto un ampliamento delle risorse e un allargamento dei potenziali utenti, nonché maggiore sistematicità nelle iniziative a favore delle famiglie.

“Siamo soddisfatti che sia stato reso finalmente operativo un Fondo per il quale ci eravamo battuti e che attendevamo da oltre un anno e mezzo”. Ma, perché la contrattazione ci ha insegnato che deve sempre esserci un “ma” a dare seguito ad una piccola ed innocente ruffianeria, “Affinché non resti una operazione per pochi ma si sostanzi una reale politica di protezione dei nuclei familiari in difficoltà, chiediamo al Governo almeno tre cose: un ampliamento della dotazione del Fondo; l’allargamento delle famiglie che possono accedervi, innalzando la soglia di reddito massimo per averne diritto; ed infine chiediamo che questi provvedimenti diventino sistemici ed integrati anche rispetto alle altre iniziative in materia messe a punto dalla collaborazione tra associazioni di consumatori ed ABI. Solo in tal modo, crediamo possa realizzarsi una reale politica di protezione economica della famiglia”.