Mutui e sofferenze: dopo il Piano Famiglia, il Fondo di Solidarietà

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Se fossimo qui, tutte le volte, solo per lamentare che c’è qualcosa che non funziona nel “sistema”, che le banche hanno sempre un vantaggio e che per il risparmiatore non c’è grande tutela, oltre a fare opera di cattiva informazione finiremmo anche per costruirci un pubblico di lettori sospettosi e lamentosi: non certo un bene, per nessuno. È per questo che ci fa immenso piacere parlare oggi di una misura molto importante entrata in vigore nei giorni scorsi, benché dopo un iter interminabile, e atta ad alleviare le difficoltà delle famiglie in crisi con il pagamento delle rate del mutuo. È vero che esiste già il Piano Famiglie, ma se ci seguirete nella descrizione del nuovo Fondo di Solidarietà capirete che le due misure possono essere considerate complementari.

Ci sono voluti, accennavamo, quasi tre anni: il progetto proposto da Federica Rossi Gasparrini, presidente di Donneuropee-Federcasalinghe, era stato approvato addirittura con la Finanziaria 2008, l’ultima del Governo Prodi; poi una serie di rinvii e di intoppi burocratici ne aveva poi ostacolato il cammino. Ma questa volta, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ci siamo: il Fondo potrà funzionare a partire dal 2 settembre. Cominciamo dall’analisi delle condizioni d’accesso: sarà possibile sospendere, fino a 18 mesi, le rate dei finanziamenti fino a 250mila euro. Siamo già, dunque, alla prima differenza dal Piano Famiglie, che prevede un limite a 150mila (spesso derogato dalle banche).

Anche sulle “situazioni”, i limiti temporali del Piano Famiglia vengono sfondati. Non più il solo biennio 2009-10: perdita del posto di lavoro, morte o condizioni di non autosufficienza di un familiare; possono anche essere precedenti. L’accesso al Fondo può essere richiesto anche in caso di pagamento di spese mediche o di assistenza domiciliare superiori a 5mila euro all’anno o di ristrutturazioni straordinarie dell’immobile oggetto di mutuo. Oppure anche in seguito a un aumento significativo della rata per effetto dei tassi variabili (nel caso, infrequente, di uno scarto fra due pagamenti successivi del 20% sui mutui mensili e del 25% sui semestrali). Il vero discrimine sta negli interessi: nel Piano, vengono accodati al rimborso del mutuo; nel Fondo restano a carico della banca, che può rivalersi sul Fondo stesso (per il quale sono stati stanziati 20miliardi) rinunciando allo spread.

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