Mutui casa: in futuro più difficili da ottenere

Con l’entrata in vigore delle nuove regole e dei nuovi criteri, più stringenti, di “Basilea III“, le banche, e non solo quelle italiane, dovranno rispettare precisi standard e proprio per tale motivo gli Istituti di credito potrebbero anche essere, specie nelle fasi di difficoltà di natura economica, finanziaria e congiunturale, meno propensi a concedere credito alle famiglie ed alle imprese. In futuro, quindi, i mutui in Italia potrebbero essere più difficili da ottenere. Non a caso il portale di annunci immobiliari online Idealista.it mette in risalto come difficilmente nei prossimi anni le banche, dal fronte dell’accesso e della concessione del credito diventeranno “più buone”. Questo perché, oltre a Basilea III, le banche hanno ben presente uno scenario caratterizzato da un aumento sia delle morosità, sia dei pignoramenti, ragion per cui il mutuo per la casa potrà a conti fatti essere stipulato solo da quei privati e da quelle famiglie che avranno tutte le “carte in regola”.

Mutui casa, Abi: tassi in crescita a dicembre 2010

Un incremento palpabile nonostante i dati siano solo in leggero aumento. Però, inevitabile, di aumento pur si tratta: va detto che, a conti fatti, è un lieve rialzo ma sempre su livelli particolarmente contenuti. Parliamo stavolta del numero relativo ai tassi praticati sulle nuove operazioni alle imprese e alle famiglie a dicembre 2010. A rendere nota la situazione della passata mensilità è il primo bollettino annuale dell’Abi che chiude dal punto di vista statistico, il racconto di un 2010 difficile e delicato anche in merito alla mutualità inerente alle abitazioni.

A dicembre 2010 il tasso sui prestiti in euro alle società non finanziarie si è posizionato al 2,78% (2,73% a novembre 2010, l’incremento è dello 0,5%), mentre il tasso sui prestiti in euro alle famiglie per l’acquisto di abitazioni – il quale riassume l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo – è alla fine risultato pari al 2,92% (2,87% a novembre 2010 con aumento di altri 0,5 punti percentuali; +4 punti base, invece, rispetto a allo stesso mese dell’anno precedente).

Mutui casa e tasso ad usura

Le erogazioni di mutui nel nostro Paese, da parte delle banche, possono dipendere anche dal costo complessivo del finanziamento ipotecario stesso in ragione dei tassi di interesse che ci sono sul mercato al momento della stipula da parte del cliente dell’Istituto di credito. Il Taeg di un mutuo, ovverosia  il tasso annuo effettivo globale, per Legge, non può andare a superare i livelli ad usura che vengono fissati dalla Banca D’Italia. Questi livelli non sono fissi, ma vengono definiti con cadenza trimestrale dalla Banca D’Italia in base all’andamento dei tassi sul mercato dei mesi precedenti; di conseguenza, considerando l’Euribor o l’Irs più lo spread, unitamente alla spese accessorie, in particolari casi e condizioni per quel che riguarda i livelli dei tassi ad usura potrebbe capitare che il tasso complessivo sia prossimo al limite imposto dalla Legge.

Umbria, Marsciano: mutui garantiti dalla Regione?

Governo, Regione Umbria, Provincia di Perugia e Comuni dell’area colpita dal sisma del 15 dicembre 2009 sono impegnati nella ricerca di un percorso istituzionale al fine di reperire le risorse necessarie alla ricostruzione delle abitazioni private, degli immobili adibiti ad attivita’ economiche e degli edifici di pubblico interesse, a partire da quelli scolastici.

E’ quanto emerso al termine della riunione svoltasi a Roma, nella sede della Protezione civile, presieduta dal direttore del Dipartimento, Franco Gabrielli e dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Presenti rappresentanti del Ministero dell’economia, tutti i sindaci dell’area colpita dal sisma e l’assessore provinciale Roberto Bertini. Un incontro convocato dallo stesso Gabrielli al fine di avviare un confronto diretto con le istituzioni umbre per la comune definizione di iniziative adeguate, tese alla individuazione di soluzioni che consentano l’avvio della ricostruzione.

Gabrielli, in apertura di riunione, ha voluto sottolineare “il diritto di ogni cittadino a vedere riconosciuto il risarcimento del danno per eventi disastrosi”. “Certamente sono sotto gli occhi di tutti – ha affermato Gabrielli – le gravi difficolta’ della finanza pubblica. Cosi’ come e’ chiaro che le decisioni ultime relative alle somme da stanziare competono a Governo e Parlamento”. Nel suo intervento, la presidente Marini ha sommariamente riepilogato il quadro sia dei danni provocati dal sisma, che delle iniziative gia’ avviate per consentire l’avvio della ricostruzione leggera, grazie alla quale molte famiglie potranno rientrare presto nelle loro abitazioni.

Mutuo troppo cari, parola di Adusbef

Negli ultimi dieci anni l’Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari Finanziari Assicurativi Postali (Adusbef), ha rilasciato più volte delle analisi attraverso le quali è stato messo in evidenza come nel nostro Paese, rispetto al resto d’Europa, sia i mutui, sia i conti correnti, siano i più cari del Vecchio Continente. Di recente anche associazioni come l’ANCE, Associazione Nazionale Costruttori Edili, hanno rilevato con delle analisi come i finanziamenti ipotecari nel nostro Paese abbiano dei costi superiori alla media europea. Di contro l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, ha replicato anche stavolta con le proprie analisi mettendo a sua volta in risalto come i mutui a conti fatti non siano cari; anzi, i tassi di interesse medi applicati alle famiglie ed alle imprese si attestano sotto la media europea. Chi ha ragione? L’ANCE e l’Adusbef, oppure l’Associazione Bancaria Italiana?

Fondo solidarietà mutui verso l’allargamento dei beneficiari

Il Fondo di solidarietà sui mutui per l’acquisto della prima casa potrebbe essere ben presto rifinanziato al fine di permettere ad una più amplia platea di beneficiari in difficoltà di poter fruire della misura agevolativa che, nello specifico, prevede la sospensione del pagamento delle rate del mutuo per un periodo pari a ben diciotto mesi. A differenza della moratoria ABI-Consumatori, quindi, la durata di sospensione del finanziamento ipotecario è più lunga del 50%, ed inoltre il debito non pagato e, quindi spostato in avanti nel piano di ammortamento, non matura interessi da pagare a carico dei mutuatari. Questo perché è proprio il Fondo solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa ad uso residenziale, in forza a risorse statali pari a 20 milioni di euro complessivi, ad intervenire nella copertura di tali interessi.

Confcooperative-Fedagri FVG: “Serve la sospensione delle rate dei mutui contratti dalle imprese agricole”

Stavolta si parla di un settore economico nonché di un comparto sociale determinato. E, anche in questo caso, si raccolgono richieste di sospensione dal mutuo. Chi? Quale? Nel lungo giro lungo gli anfratti della penisola accomunati da contesti di crisi economica, ci si imbatte stavolta con l’accorata richiesta di aiuto da parte dei produttori agricoli del Friuli Venezia Giulia. Si fa sempre più pressante l’allarme dei produttori agricoli per il mancato pagamento delle agevolazioni per le assicurazioni agricole, previste dall’articolo 68 del Regolamento per la Politica agricola comunitaria-Pac.

A sottolinearne la gravità è Confcooperative-Fedagri Friuli Venezia Giulia. “In una condizione di difficoltà per tutta l’agricoltura – sostiene il presidente Giorgio Giacomello – è necessario sbloccare i pagamenti per non aggravare la situazione delle imprese agricole con un ulteriore elemento d’incertezza di natura finanziaria”. Secondo Giacomello inoltre “si deve prendere atto che la gestione del meccanismo delle assicurazioni agevolate a livello comunitario non funziona: i tempi di erogazione del contributo sono eccessivamente lunghi e moltissime imprese si trovano esposte finanziariamente per lungo tempo per cifre cospicue, con pesanti ripercussioni sui costi aziendali”.

Usa, indice mutuo casa +2,2%; a Milano crescono le ingiunzioni di pagamento

Numeri sviscerati con freschezza che riportano agli Stati Uniti d’America. Si parla di mutui e il dato incontrovertibile è che le richieste di mutui ipotecari negli Usa sono saliti del 2,2% la settimana scorsa. Si tratta del secondo rialzo consecutivo settimanale grazie ad un calo dei costi di rifinanziamento. Nel dettaglio, le richieste di mutuo per l’effettivo acquisto di un immobile hanno segnato un calo del 3,7%, mentre le domande di rifinanziamento sono aumentate del 4,9%.

Il tasso medio sui mutui trentennali è sceso al 4,78% dal 4,82% della settimana precedente. In aumento, quindi, le domande di mutuo da parte dei consumatori statunitensi. A renderlo noto è la Mortgage Bankers Associations (MBA). I tassi sui mutui trentennali sono scesi al 4,78% dal precedente 4,82%. Per un valore che migliora e una situazione col segno più, ci si imbatte poi – notizia che campeggia su parecchi giornali con particolare riguardo a quelli prettamente meneghini – nel fatto che Milano rischia di diventare terra di mancato pagamento del mutuo o di un finanziamento qualunque (per gli elettrodomestici, per l’auto, per il mobilio di casa).

Cgil: “Mutui e affitti, famiglie in difficoltà”

Stavolta il dato è a firma Cgil e interessa nuovamente coloro i quali sono alle prese con un mutuo e vivono appieno la crisi economica del periodo storico – sociale. Che la situazione non sia delle migliori, pare evidente ma a confermare il sentore vi sono le osservazioni del sindacato in seguito a un recente studio in tal proposito.

Quel che si evince dalle parole della Confederazione è che “il 30% delle famiglie dichiara di avere difficoltà per il pagamento del mutuo ma senza rischi attuali di insolvenza: il 10% fa enorme fatica, il 3% non riesce a rispettare le scadenze e quasi una su due attualmente vive una situazione di forte difficoltà nell’adempimento del dovere. Il 50% delle famiglie italiane, inoltre, nel 2008 ha dichiarato eccessivamente gravoso il carico dell’affitto, il 14% di avere arretrati tra canone e bollette”.

Bankitalia, domanda credito in ripresa

I dati sviscerati da Bankitalia rispetto alla situazione delle famiglie in relazione a mutui e credito al consumo mostrano, nel primo semestre del 2010 segnali di crescita. In ripresa la domanda di finanziamenti delle famiglie, sia nella componente dei mutui sia in quella del credito al consumo, con evidente controtendenza rispetto all’ultimo trimestre del 2008.

Secondo le previsioni degli intermediari, l’aumento delle richieste di credito da parte delle famiglie sarebbe dovuto procedere costante nella seconda parte del 2010. Nella prima, l’aumento delle richieste di mutui è stato in maniera lampante più marcato nelle regioni meridionali del Paese rispetto alle altre macroaree; le banche sottoposte a quesito attendevano un rafforzamento della tendenza nella seconda metà dell’anno.

Mutuo e finalità possibili

Per la prima casa o per l’acquisto della seconda, ma anche per surroga, liquidità, sostituzione più liquidità, consolidamento, costruzione o ristrutturazione di immobili. Sono queste, in sintesi, le principali finalità per cui i privati e le famiglie possono ottenere da una banca, previo via libera per quel che riguarda l’istruttoria, un mutuo con condizioni e caratteristiche che possono tra l’altro variare anche in funzione della finalità stessa di utilizzo degli importi erogati dall’Istituto di credito. Ad esempio, rispetto ai mutui per la seconda casa, il finanziamento ipotecario per la prima casa offre condizioni più vantaggiose sia per quel che riguarda le imposte di legge previste, sia le detrazioni fiscali; così come per il mutuo prima casa di norma le banche riescono a spingersi nell’erogazione di credito fino all’80% del valore dell’immobile, ma anche fino al 100% in caso di presentazione di garanzie aggiuntive. Inoltre, con la finalità di mutuo ipotecario per la prima casa, oltre al mutuo a tasso euribor, c’è la possibilità di stipulare anche quello indicizzato al tasso Bce.

Abi, Sabatini: “Tassi sui mutui in Italia sono inferiori ad area Euro”

I tassi sui mutui applicati in Italia “in media sono inferiori a quelli dell’area euro”. Lo sottolinea il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, rispondendo in una lettera all’Ance al rapporto sul credito nel settore delle costruzioni pubblicato dall’associazione dei costruttori.

“Il vostro rapporto sul credito nel settore delle costruzioni, pubblicato all’inizio dello scorso mese di dicembre e ripreso in questi giorni da alcuni giornali – si legge nel testo – sostiene che un mutuo per l’acquisto di una casa è più oneroso per una famiglia italiana a causa del differenziale tra il costo dei mutui a tasso fisso erogati in Italia e nel resto d’Europa.

Trattandosi di un tema così centrale e importante, sia per le imprese bancarie, sia per quelle che operano nel settore delle costruzioni, nonchè per i rispettivi clienti, sottolinea Sabatini – mi preme evidenziarle che, così formulata, l’analisi fornisce dati solo parziali e conseguentemente distorce la descrizione del mercato italiano dei mutui”.

Mutui: mercato italiano dicembre 2010, crescita a due cifre

Per il mercato italiano dei mutui immobiliari stipulati dalle famiglie possiamo tranquillamente dire che il peggio è alle spalle sperando, tra l’altro, che non torni più. Nello scorso mese di dicembre, in accordo con un rapporto del Crif, c’è stata una crescita a due cifre dei mutui con un +16% rispetto allo stesso mese del 2009; il dato incoraggiante, tra l’altro, è rappresentato dal fatto che la domanda di mutui il mese scorso è cresciuta nell’1% rispetto al 2008. Ma come mai questa tendenza che, si può dire, si è invertita rispetto ad un 2009 da dimenticare? Ebbene, ad agevolare ed incentivare la stipula di finanziamenti ipotecari, da parte delle famiglie, è sicuramente il basso livello dei tassi di interesse che, in particolare, permette attualmente di andare a stipulare un mutuo a tasso fisso, Irs più spread, al 4% circa, e quello a tasso variabile, ovverosia all’euribor, a meno del 2,50%.

Italia, famiglie in crisi: mutui non pagati dal 5% dei contraenti

Dati incontrovertibili: il 5% delle famiglie italiane non riesce a pagare il mutuo della casa e tra quelle con un basso reddito, la percentuale arriva al 10%. Fonte attendibile, del resto: a rilevare e mettere in evidenza la situazione è un paper di discussione della Banca d’Italia: “L’incremento dell’uso di politiche di prezzo basate sul rischio per i mutui in Italia”, che fa riferimento a dati Eurostat del 2007.

La nostra media del 5% è in linea con la Spagna, mentre è inferiore in altri paesi come la Finlandia, la Francia, l’Irlanda e la Gran Bretagna in cui la media e’ tra il 2 e il 3% e raggiunge il minimo in Olanda con l’1,1%. Tornando al nostro paese, dallo studio emerge che la percentuale dei proprietari di casa insolventi diminuisce tra quelli ad alto reddito, mentre aumenta tra i piu’ poveri e, in Irlanda, Italia e Spagna, sale in questo caso al 10%.

Le insolvenze sono inoltre piu’ frequenti tra i disoccupati, tra i single e gli impiegati con contratto a termine. In Italia, inoltre, le famiglie che decidono di contrarre un mutuo per l’acquisto della casa sono il 13,1% del totale.