Cgil: “Mutui e affitti, famiglie in difficoltà”

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Stavolta il dato è a firma Cgil e interessa nuovamente coloro i quali sono alle prese con un mutuo e vivono appieno la crisi economica del periodo storico – sociale. Che la situazione non sia delle migliori, pare evidente ma a confermare il sentore vi sono le osservazioni del sindacato in seguito a un recente studio in tal proposito.

Quel che si evince dalle parole della Confederazione è che “il 30% delle famiglie dichiara di avere difficoltà per il pagamento del mutuo ma senza rischi attuali di insolvenza: il 10% fa enorme fatica, il 3% non riesce a rispettare le scadenze e quasi una su due attualmente vive una situazione di forte difficoltà nell’adempimento del dovere. Il 50% delle famiglie italiane, inoltre, nel 2008 ha dichiarato eccessivamente gravoso il carico dell’affitto, il 14% di avere arretrati tra canone e bollette”.

In tal senso, diventa conseguenziale il pericolo che più di un nucleo familiare cominci a conoscere il rischio di lambire il confine tra condizioni di normalità e di povertà. “Pericolo fondato – ribadisce la Cgil – considerato anche che una famiglia su quattro ha dovuto rinunciare a beni precedentemente ritenuti essenziali”. Tra le risposte che, stando al sindacato, occorrerebbe garantire al fine di tamponare l’emergenza ve ne sono alcune fondamentali: in primo luogo una ulteriore proroga degli sfratti che comprenda quelli per morosità incolpevole con la istituzione di una fondo analogo a quello adottato per le famiglie in difficoltà di pagamento dei mutui; in secondo luogo,  la modifica della cedolare secca “così come prevista dalla proposta di decreto legislativo sul federalismo fiscale perchè, con la gravissima crisi finanziaria in atto, regala due miliardi di euro alla proprietà più ricca senza alcuna contropartita sulla riduzione degli attuali insostenibili livelli degli affitti. Infine, è assenziale il “rispetto dell’impegno assunto dal Ministero delle Infrastrutture di aprire un tavolo di confronto sulla riforma del regime delle locazioni richiesto da tempo da Cgil, Cisl, Uil e Sunia, Sicet, Uniat Uil”.