Tasso Euribor a zero, cosa cambia per il mutuo?

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Nei giorni scorsi per la prima volta il tasso Euribor a tre mesi, il quale altro non è che l’indice di riferimento per la maggior parte dei mutui a tasso variabili, è arrivato sotto zero.

Una quota che nel 2008, precedentemente alla crisi del debito, sembrava inimmaginabile dal momento che all’epoca l’Euribor girava intorno al 4%: ieri è arrivato a -0,001%. Già durante il primo mese di quest’anno la sola attesa del lancio del Qe aveva spinto l’Euribor a un mese in negativo (-0,004%). E in Italia il mercato dei mutui è ripartito da qualche mese con una crescita delle erogazioni a due cifre (mentre resta ancora negativa la quota di prestiti alle imprese). Segno che la strategia Bce sta funzionando come rimarca lo stesso Draghi che parla di effetti positivi sui mercati finanziari che si stanno trasmettendo all’economia reale, con “condizioni di indebitamento per imprese e famiglie migliorate in misura considerevole. A dicembre la crescita del credito al settore privato è divenuta positiva per la prima volta dalla metà del 2012. Tuttavia, nel concreto adesso, con l’Euribor negativo, cosa cambia per le famiglie italiane?

La rata di un mutuo a tasso variabile si calcola sommando lo spread (la percentuale fissa di guadagno delle banche) all’andamento del tasso interbancario scelto, che per la maggior parte dei mutui è l’Euribor a 1 o 3 mesi. Ora, con l’Euribor sotto la soglia dello zero, gli istituti di credito dovrebbero sottrarre dallo spread il valore dell’Euribor abbassando così il tan (tasso annuo nominale) del mutuo (salvo clausole che fissano una soglia minima). Per fare un esempio, nel caso di un mutuo variabile a 15 anni da 200.000 euro con l’Euribor poco sotto lo zero, la rata si aggira sui 1.195 euro, mentre con un Euribor in risalita allo 0,50% la rata lievita a 1.240 euro. Euribor tre mesi è anche un importante parametro a cui sono indicizzati mutui ipotecari e prestiti alla imprese con rate trimestrali. Con il tasso sui depositi della Bce negativo con un -0,20%, le banche non vogliono lasciare la liquidità presso la banca centrale e preferiscono prestare il denaro ad altre banche. Il paradosso è che con l’Euribor negativo le banche guadagnano contraendo prestiti con altri istituti. Insomma, il mercato dei mutui sembra essere in ripresa.