Mutui: scende il tasso fisso, ma sale quello variabile

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Come si può facilmente, la “belle epoque” dei mutui a tasso veramente basso e ridotto all’osso è ormai tramontata. Insomma, sarà solo un lontano ricordo, dal momento che l’Irs, ovvero quell’indice che viene preso come punto di riferimento per agganciare i vari tassi di interesse in relazione ai mutui a tasso fisso, nel corso del secondo trimestre dell’anno ha ripreso la sua risalita fino a toccare dei valori che ricordano sinistramente, per chi deve comprare casa, quelli raggiunti circa otto anni fa.

Scendendo un po’ più nello specifico, l’Irs a 20 anni ha fatto un balzo dall’1.10% medio che è stato registrato nel corso del mese di marzo, al 2.22% durante il mese di luglio. Al termine del mese di giugno, invece, è stato raggiunto il picco, ovvero il 2.58%, mentre adesso si sta aggirando intorno al 2.10%.

Stesso discorso per l’Euribor, che ritorna positivo. Quest’ultimo rappresenta quel valore che va a stabilire la misura del tasso variabile. Nel caso in cui si faccia riferimento al tasso a tre mesi, dopo qualcosa come sette anni passati sempre in negativo, ora ha fatto ritorno su valori decisamente positivi.

In relazione ai dati che si riferiscono al secondo trimestre di quest’anno, in base all’indagine che è stata diffusa da parte della Bussola Mutui Crif, si è notato come si è verificato un importante aumento dei tassi Bce. Insomma, a breve prenderà il via una nuova fase di politica monetaria.

Allo stesso tempo, un altro trend da tenere d’occhio è quello legato alla propensione delle famiglie a provvedere alla stipula dei mutui a tasso fisso. Si è passati dal 94% delle preferenze, rilevate sul canale online nel corso dell’ultimo anno, a un dato molto più basso, pari al 74%, che è stato registrato nel corso del secondo semestre 2022.

D’altro canto, bisogna mettere in evidenza come stanno continuando a incrementare le richieste in merito alla sottoscrizione di un mutuo a tasso variabile. Sempre stando ai dati raccolti sul canale sul web, sono arrivate al 18%, mentre le richieste relative alla sottoscrizione di un mutuo con tasso variabile con CAP, si è toccato il 7%. Quest’ultimo, bisogna dirlo, è stato spinto con forza nel corso delle ultime settimane anche da una serie di promozioni e di condizioni favorevoli proposte da parte degli istituti bancari.

Quindi, dopo circa un biennio in cui il tasso fisso sui mutui è stato quello preponderante, ora la tendenza sembra che si stia per invertire.