Mutuo euribor: come non farsi prendere dal panico

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Tensioni e speculazioni sui debiti sovrani, la Grecia che in parlamento per un pugno di voti evita il default, banche di nuovo in difficoltà zavorrate dalle sofferenze, e Bce pronta ad alzare nuovamente i tassi. Di tutti questi fattori sui mercati si “nutre” l’euribor, il tasso con cui in Italia viene agganciata la stragrande maggioranza dei finanziamenti ipotecari a tasso variabile. In base a questo scenario, chi si appresta a prendere la decisione di acquistare la prima casa potrebbe farsi prendere dal panico. Ma nei momenti più difficili non solo c’è bisogno di calma e sangue freddo, ma occorre fare anche scelte quanto più possibili oculate, responsabili ed improntate alla prudenza.

Innanzitutto, non bisogna esagerare sia con l’importo di mutuo da chiedere, sia con l’importo della rata mensile da pagare che è funzione della durata del piano di ammortamento. Scegliendo una durata relativamente breve, la rata mensile sale e diminuisce la spesa per interessi. E se in futuro le entrate familiari diminuiscono sensibilmente, come la mettiamo?

E allora, specie se si sceglie un mutuo a tasso variabile, è bene posizionarsi su importi delle rate inferiori del 20%, ma meglio il 30%, rispetto a quelle che nel dato momento si stima si abbia la capacità di pagare. In questo modo se i tassi salgono, e di riflesso anche la rata, il finanziamento ipotecario si può continuare a pagare agevolmente senza cadere nell’insolvenza; lo stesso vale anche nel caso di una brusca caduta delle entrate familiari causate, ad esempio, da licenziamento, cassa integrazione, infortunio o malattia magari perché il mutuatario è un lavoratore autonomo o un libero professionista. Da valutare al riguardo è anche la stipula delle cosiddette polizze a protezione del credito, le “Cpi”; ma chiaramente a patto che la banca per la stipula della polizza facoltativa non chieda premi esageratamente alti.