Mutui, Adiconsum chiede a Mussari (ABI) di ridiscutere il Piano Famiglie

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Il nuovo presidente dell’ABI (acronimo, lo ricordiamo, di Associazione Bancaria Italiana), Giuseppe Mussari, appena insediatosi si è trovato seduto, alla sua nuova scrivania, davanti ad un faldone di benvenuto redatto con affetto da Adiconsum, associazione di consumatori che si è fatta portavoce di un malumore diffuso anche tra le fila delle altre organizzazioni di categoria. Il bersaglio di Adiconsum, naturalmente, sono alcuni comportamenti tenuti dagli istituti di credito benché continuino ad essere tanto poco apprezzati dai risparmiatori, i quali hanno provato più volte ad alzare la voce rimanendo comunque sostanzialmente inascoltati. Il “benvenuto” di Adiconsum, in realtà, non è così corposo da leggere, essendo articolato in soli tre punti.

Il primo e più importante è l’insistenza su Mussari affinché si possa quantomeno cominciare a discutere di una proroga delle misure contenute nel cosiddetto Piano Famiglie, in scadenza il prossimo 31 gennaio. Il tempo, anche se – presi come siamo dall’euforia vacanziera – potrebbe non sembrar vero, stringe, visto che la crisi economica non è ancora alle spalle e, secondo Adiconsum, continuano ad essere necessarie misure di sostegno nei confronti di quei nuclei già di per sé particolarmente in difficoltà (ricordiamo infatti che il Piano Famiglia è stato studiato per aiutare famiglie prive di portatore di reddito). Attualmente la misura prevede la possibilità di sospendere il pagamento delle rate per almeno dodici mesi consecutivi.

Un altro fronte caldo è quello della trasparenza, con Adiconsum a lamentare procedure oscure per quel che riguarda le commissioni sul massimo scoperto, che vanno a penalizzare sia le famiglie sia le imprese: il problema è che esistono nei contratti clausole di difficile comprensione, sulle quali il risparmiatore è portato a non far conto ma che le banche non aspettano altro se non l’occasione per applicare. Infine l’Associazione dei Consumatori, rivolgendosi in questo caso al Governo, ha chiesto che venga messa a punto una Legge in materia di sovraindebitamento delle famiglie, in modo da ridefinire la condizione di “povertà”.

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