Mutui: nuovo minimo storico per i tassi

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Ancora difficile da decifrare. Tale e siffatta è la situazione dell’economia italiana, ma forse sarebbe più giusto allargare l’orizzonte quantomeno alla dimensione europea, al termine della crisi che ha segnato profondamente il 2009. Alcuni segnali, come ad esempio quelli che provengono dagli Stati Uniti, cominciano a tranquillizzarci: Oltreoceano la situazione va stabilizzandosi, e molto spesso la connessione stretta tra Europa e States ha avuto un effetto moltiplicatore sull’una e l’altra parte (sia in positivo che in negativo, intendiamoci…). Però poi leggiamo i dati sui mutui, che essendo legati a doppio filo all’acquisto di abitazioni possono rivelarsi un buon indicatore dello stato del settore immobiliare, tra quelli trainanti nell’economia italiana, e l’entusiasmo lascia subito spazio agli interrogativi: la tempesta sarà finita oppure abbiamo ancora un largo tratto di mare da attraversare?

Interrogativo legittimo, cui però noi non siamo – non ancora – in grado di fornire alcuna risposta convinta e convincente. Certo, ci sono una serie di segnali come la ripresa del pil e il fatto che gli italiani non hanno ancora manifestato una significativa tendenza a indebitarsi (pensate che, ad oggi, 1 su 4 acquista casa senza neppure accendere un mutuo…) che ci lasciano ben sperare, anche rispetto alla solidità della situazione futura. Ci sono però altre indicazioni, e certo la caduta del tasso di interesse medio applicato ai finanziamenti immobiliari è una di queste, che invitano alla prudenza, specialmente per evitare che a un eccessivo e ingiustificato entusiasmo corrisponda un’altrettanto eccessivamente dolorosa caduta.

Restano comunque, alla fine di tutto questo discorso, i dati. E questi, forniti dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana), indicano che il tasso sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni ha ritoccato verso il basso il dato minimo storico, che nel mese di marzo 2010 è sceso a quota 2,60%. L’ABI sottolinea come il dato sia sceso di 7 punti base rispetto al mese precedente e di 168 punti base rispetto a marzo 2009.