Mutui: famiglie monoreddito in crisi

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Nell’aprile scorso la Bce aveva innalzato di un quarto di punto i tassi di interesse ufficializzando in sostanza i problemi di parecchi milioni di mutuatari a tasso variabile in Italia. Le famiglie più a rischio, e nei casi più gravi purtroppo già insolventi, sono chiaramente quelle monoreddito; trattasi, in particolare, di nuclei familiari dove un solo componente porta i soldi a casa a fine mese; questi soldi spesso si sono ridotti a causa della cassa integrazione, e molto spesso non entrano più in quanto nel frattempo è scattato il licenziamento. Ora nei giorni scorsi la Bce, Banca centrale europea, ha nuovamente alzato l’asticella sui tassi di interesse, portandola dall’1,25% all’1,50% con tutto quel che ne consegue sugli importi futuri delle rate mensili dei mutui Bce e di quelli indicizzati al tasso euribor con la scadenza a tre mesi.

Inoltre, in accordo con quanto riportato da Mutui.it, gli ultimi dati Istat in materia di finanziamenti ipotecari rivelano come purtroppo nel nostro Paese ben un mutuatario su quattro a fine mese riesca sì a pagare la rata, ma riesce a farlo non senza fatica. Chiaramente se i tassi salgono, ed i redditi delle famiglie scendono, o al più si mantengono stabili, le difficoltà e, nei casi più gravi, le insolvenze sui mutui non potranno purtroppo che aumentare.

In questi casi limite una delle soluzioni possibili da adottare, se proprio si è arrivati allo stremo, è quella, nel rispetto dei requisiti, di accedere alla moratoria Abi-Consumatori che permette di sospendere le rate da pagare sul mutuo per dodici mesi. Pur tuttavia non sempre si hanno i requisiti, ragion per cui l’altra strada possibile da seguire è quella della rinegoziazione con la banca che ha acceso il mutuo. E se l’istituto di credito si rifiuta, allora, a patto di non essere, si spera, già morosi, si può tentare la via della surroga.