Codacons: “Mutui in crescita? Segnale di Crisi”

Spread the love

“Il mondo è bello perché è vario”, amano ripetere coloro i quali si sono ormai rassegnati alla varietà delle posizioni in campo in ogni dibattito. Eppure, a voler essere sinceri, di fronte a certe sparate cominciamo quasi a rimpiangere quei momenti in cui c’era qualcuno, si chiamasse confessione o partito, che ci diceva quale fosse il suo modo – ortodosso – di pensare cui noi eravamo solamente tenuti a conformarci, e poi a confrontarsi con le altre posizioni in campo sarebbe stato il movimento cui avevamo delegato la nostra rappresentatività. Cascano, infatti, onestamente le braccia dinanzi all’ultima affermazione del Codacons, sicuramente veritiera ma per un numero di casi talmente limitato che è disonesto fare notizia e cercare lo scandalo con un’affermazione tanto qualunquista.

I fatti: l’Istat ha diffuso gli ultimi dati relativi all’aumento dei mutui stipulati in Italia ritracciandovi un segnale positivo di ritorno all’investimento con l’occasione offerta da un mercato che consente di approfittare del doppio vantaggio di tassi di interesse applicati ai mutui ai minimi storici e di prezzi degli immobili sgonfiatisi a causa della crisi. Per il Codacons, invece, l’aumento dei mutui “non indica affatto un segnale di ripresa, ma è anzi un indice della crisi in atto”. Su quali basi, a fronte di dati e analisi identiche a quelle della fazione degli ottimisti, è veramente difficile capire…

“L’aumento dei mutui – fa notare l’associazione – si registra principalmente per via dei bassi tassi di interesse legati alla recessione. I tassi di riferimento per i mutui, come ad esempio l’Euribor, dopo aver superato il tetto storico del 5% nel settembre 2008, con lo scoppio della crisi sono progressivamente scesi e nei primi 3 mesi del 2010, a cui si riferiscono i dati Istat, fluttuavano al loro minimo, tra 0,3% e 1,2%. Ovvio che chi doveva fare un mutuo ha cercato di stipulare il contratto in questo periodo di tassi favorevoli”. Anche se, fa notare il Codacons, “Il mutuo è pur sempre un debito che si contrae con le banche”. Vero. Così come ci sembra verosimile immaginare che gli italiani non siano così fessi da indebitarsi solo perché i tassi sono più bassi, o almeno non così stupidi da farlo senza individuare in questo una forma di investimento. Forse, però, qualcuno vive ancora nel mondo irreale di quelli che a 25/30 anni decidono di sposarsi e possono già permettersi di pagare almeno 200mila euro, sull’unghia, per avere le chiavi – di casa – in mano…

I commenti sono chiusi.