Rialzo tassi Bce: ecco cosa cambia sulle rate dei mutui

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Se il contesto economico europeo sta attraversando una pesante fase di rallentamento, in cui a incidere è anche la forte inflazione, ecco che la Bce non sembra avere troppe remore nel proseguire diritta verso un continuo aumento dei tassi di interesse. Non solo, dal momento che pare proprio, stando alle comunicazioni ufficiali, che la Bce possa addirittura muoversi in prima persona per provvedere a calmierare i vari spread delle nazioni che sono considerate maggiormente a rischio.

Il comunicato rilasciato dalla Banca Centrale Europea mette in evidenza come, nel corso delle prime tre settimane del mese di luglio, i differenziali che sono legati al rendimento dei titoli di Stato nell’Eurozona, hanno ripreso a crescere a un ritmo maggiore, anche per colpa della crisi politica che si è verificata in Italia.

Non solo, dal momento che pure la medesima volatilità che caratterizza lo spread tra Btp a 10 anni e Bund tedesco ha subito un aumento, sempre da ricollegare alla situazione politica precaria del nostro Paese.

È sufficiente pensare come il giorno in cui il premier Draghi ha rassegnato le proprie dimissioni da Presidente del Consiglio, ecco che la Bce ha scelto di portare a un incremento dei tassi di ben 50 punti base. Non solo, dato che ha pure provveduto all’approvazione del Tpi, ovvero lo strumento che si occupa di salvaguardare il sistema di trasmissione della politica monetaria.

Lo spread italiano, come è stato notato dagli addetti ai lavori, ha fatto fin da subito registrare un forte incremento, riuscendo a raggiungere i livelli massimi superando quota 240 punti, tornando poi a 214 punti.

Secondo quanto è stato messo in evidenza da parte del Financial Times, la vera e propria corsa ai titoli di Stato in Italia è stata senz’altro causata dall’aspettativa dei mercati in merito al fatto che il Governo che verrà eletto a fine settembre, dovrà rispettare il programma sancito da Mario Draghi, soprattutto per non lasciare per strada le varie risorse che sono legate al Pnrr.

Si è trattato di una mossa che non si vedeva da ben undici lunghi anni. La Bce, quindi, ha scelto di incrementare tutti e tre i tassi di interesse più importanti, ovvero quello che riguarda le operazioni di rifinanziamento principali, quello sulle operazioni di rifinanziamento che hanno carattere marginale e i depositi presso la banca centrale. Insomma, in fin dei conti, ciò che aumenterà è il costo del denaro e le banche che fanno parte dell’Eurozona dovranno necessariamente sborsare un costo maggiore per ottenere prestiti dalla Bce.