Mutui in ripresa, gli italiani tornano a investire

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Mutuo e prestiti personali sono parimenti forme di finanziamento. Con la differenza, non di poco conto, che gli ultimi vengono spesso riservati ad una spesa secca, o alla meglio ad una spesa comunque funzionale all’ottenimento solo marginale di qualcosa di diverso (l’automobile è una spesa, è finanziabile, ma può anche essere una necessità per chi se ne serve per recarsi al lavoro); il primo, invece, è spesso un investimento per il futuro: si acquista casa per disporre, al termine del piano di rimborso, di un bene durevole che ha dimostrato di rivalutarsi nel tempo, così che anche i figli possano beneficiarne in futuro o –alla peggio- che si disponga di un “tesoretto” da vendere in caso di eventuale necessità.

Gli italiani, sempre attenti a non eccedere con il proprio stile di vita la disponibilità economica di cui sono in possesso, nei primi 9 mesi di questo 2010  che ormai volge al termine (tempo di bilanci…) hanno dimostrato di “saperci fare” con gli affari: il credito al consumo ha registrato infatti, in un anno ancora segnato dalle conseguenze della crisi economica, un calo del 5,1%, “piombato” dal crollo di cessione del quinto e carte revolving. Per converso, però, i mutui immobiliari hanno realizzato una performance importante con una crescita del 14,6% anno su anno, benché non ci si possa nascondere che il parametro di riferimento (primi mesi 2009) fosse decisamente basso.

In sostanza, insomma, fiutata l’aria gli italiani hanno deciso che è tornato il momento per investire in una forma, quella del mattone, che storicamente ha sempre regalato soddisfazioni, anche ben più di una borsa crollata in questi ultimi due anni a circa metà del proprio valore. In aggiunta a tutto questo, c’è da segnalare che il mercato degli interessi continua a far segnare i propri minimi storici, inducendo all’acquisto sulla base del risparmio che è possibile realizzare.