Mutui, l’incantesimo si è rotto

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A seguito di 35 mesi di rialzo ininterrotto, le richieste di mutui ipotecari sono scese su base annua dell’1,7%, meno del -4,6% accusato a giugno.

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A comunicarlo è l’Eurics, il sistema informativo del Crif (Centrale rischi finanziari), che dispone di dati relativi a ben 78 milioni di posizioni debitorie in Italia.

Complessivamente, nei primi 7 mesi dell’anno il bilancio resta ancora positivo del 12,3% rispetto allo stesso periodo del 2015. Rispetto al 2010, però, i volumi delle richieste registrano ancora un calo del 7,5%.

Per la seconda volta consecutiva a luglio, dopo 35 mesi di rialzo ininterrotto, le richieste di mutui ipotecari sono diminuite su base annua dell’1,7%, meno del -4,6% accusato a giugno. Lo ha reso noto Eurics, il sistema informativo del Crif (Centrale rischi finanziari), che dispone di dati relativi a ben 78 milioni di posizioni debitorie nel nostro paese.

Complessivamente, nei primi 7 mesi dell’anno il bilancio resta ancora positivo del 12,3% rispetto allo stesso periodo del 2015. Rispetto al 2010, però, i volumi delle richieste registrano ancora un calo del 7,5%.

Ormai, però, chi voleva rinegoziare il mutuo casa lo ha fatto, per cui le richieste di surroga stanno diminuendo, mentre tende a salire l’importo medio richiesto a 125.449 euro, il più alto da circa un anno e mezzo. Come mai? Semplice, perché si sta riducendo l’incidenza delle surroghe sulle richieste di nuovi mutui. Le surroghe, sostituendo vecchi finanziamenti, sono generalmente di importo inferiore a un mutuo richiesto ex novo.

Per quanto le cifre richieste siano in crescita, restano inferiori al picco pre-crisi di circa 140.000 euro. Il 29,4% delle richieste riguarda importi tra i 100.000 e i 150.000 euro, il 27,7% inferiori ai 75.000 euro. La durata media dei nuovi mutui nel 67% dei casi è superiore ai 15 anni, nel 23,6% dei casi è compresa tra i 16 e i 20 anni.