Mutui: truffatori smascherati a Torino

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Fa più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce, recita un antico adagio. Come a voler dire che una notizia o un comportamento negativi riescono a generare molto più clamore di quanto non siano in grado di farne azioni e comportamenti virtuosi, che pure restano la maggioranza. Sebbene siamo anche noi fermamente convinti di questo, non possiamo non annotare un caso di frode – non certo il primo – a danno di mutuatari, convinti che riferirne sia il modo migliore per evitare che in futuro la storia possa ripetersi e creare più di qualche grattacapo al malcapitato di turno.

In questa brutta vicenda ci sono 5 protagonisti “attivi” e decine di comprimari la cui colpa è stata solamente quella di affidarsi alle persone sbagliate, fino a quando non sono arrivati “i buoni” a cercare di dare una soluzione alla vicenda. Una vicenda che è costata alla Banca Popolare di Milano alcuni milioni di euro di danno in un anno. Il gioco messo in atto dai 5 truffatori era semplice quanto redditizio: tre agenti immobiliari andavano a caccia di persone ingenue, molto spesso con lavori precari o addirittura disoccupati, offrendo loro di investire nell’acquisto di un appartamento. Ad affittarlo, assicuravano, ci avrebbero pensato loro e, con l’affitto, la persona si sarebbe ripagata il mutuo.

Se qualcuno avesse obiettato di non essere in grado di offrire garanzie, ecco che in scena sarebbe arrivata la direttrice di banca (personaggio numero 4) della filiale BPM di Racconigi: mutui da decine e decine di migliaia di euro elargiti a risparmiatori dalle buste paga artatamente gonfiate con finti documenti. Fin qui, però, nessuno avrebbe potuto “farci la cresta”, come si suol dire in alcune zone d’Italia. Ecco allora che entrava in gioco un estimatore d’immobili che gonfiava il prezzo degli stessi, così che la differenza potesse essere spartita dal clan. La truffa, colossale, è stata scoperta dalla Guardia di finanza e dalla procura di Torino, che nei giorni scorsi ha ottenuto le misure cautelari con cui sono finte in carcere due persone e una terza è finita agli arresti domiciliari.