Mutui casa: la rinegoziazione con lo scudo

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Nelle scorse settimane l’attuale Governo in carica ha approvato il cosiddetto “Decreto Sviluppo”, all’interno del quale è stata inserita una misura a favore di quelle famiglie che in questo momento, specie e soprattutto a causa della pessima congiuntura, si trovano in difficoltà con il pagamento della rata del finanziamento ipotecario. La misura consiste in una sorta di rinegoziazione forzata, imposta in tutto e per tutto per Legge ma comunque di concerto con l’ABI, Associazione Bancaria Italiana. In pratica, le famiglie che hanno un mutuo a tasso variabile e che stanno fronteggiando il caro-rata, a causa dei tassi di interesse in rialzo sul mercato, possono andarlo a rinegoziare, convertendolo in un mutuo a tasso fisso, entro e non oltre la data del 30 aprile 2012. Ma così come per la moratoria ABI-Consumatori ci sono delle condizioni d’accesso da rispettare, lo stesso dicasi anche per il “mutuo con lo scudo“.

In particolare, secondo quanto riporta il Portale di annunci immobiliari online Idealista.it, per accedere alla misura delle rinegoziazione del mutuo, alla quale le banche, nel rispetto dei requisiti, non possono dire di no, occorre che l’importo di mutuo originario non superi i 150 mila euro, e che l’Isee, indicatore della situazione economica equivalente, non sia superiore al livello dei 30 mila euro; inoltre, cosa molto importante, la famiglia non deve essere in ritardo con il pagamento delle rate.

A fronte di tutti questi vincoli da rispettare, quindi, non tutte le famiglie in difficoltà, anche oggettiva e palese, possono accedere alla misura inserita nel Decreto Sviluppo. Alcune Associazioni dei Consumatori, tra l’altro, hanno parlato in tutto e per tutto di una misura “bluff” in quanto a conti fatti non aiuta le famiglie; rinegoziare un mutuo da variabile a fisso, infatti, significa andare a pagare nel tempo una maggior spesa per interessi sebbene poi la rata mensile diventi di importo costante.